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Stellantis, Denso e IIA: l’autunno caldo dell’industria irpina

Nell’apparente calma agostana inizia a profilarsi un autunno caldo per le industrie irpine. Da Stellantis alla Denso, passando per Industria Italiana Autobus. Tra crisi e tentativi di rilancio, gli ultimi mesi dell’anno saranno cruciali.

Per l’ex Fma di Pratola Serra, cuore pulsante dell’Automotive in Irpinia, il futuro a medio termine sembra essere garantito dalla produzione dei motori a propulsione endotermica Euro 7 per i veicoli commerciali del gruppo. Al contempo, gli incentivi per le uscite volontarie, le iniziative di mobilità e i prepensionamenti hanno ridotto considerevolmente l’organico al lavoro. All’aumentare della mole di lavoro è aumentata la pressione sui 1550 dipendenti. Un’iniezione lavorativa garantita fino al 2030, mercato permettendo. I primi sei mesi di quest’anno del gruppo guidato da Carlos Tavares si sono chiusi in negativo, con un calo importante delle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un deficit che si è ripercosso su tutto l’indotto e potrebbe non portare alla paventata piena produzione auspicata dall’inizio di gennaio 2025. Aumentano quindi le quotazioni per un prolungamento degli ammortizzatori sociali.

La Denso che dipende quasi interamente da Stellantis, ha già manifestato i sintomi per il numero ridotto di commesse, programmando 239 esuberi sui quasi 900 dipendenti. Licenziamenti scongiurati solo grazie a un accordo sindacale che prevede l’avvio del contratto di solidarietà dal 26 agosto fino al 31 marzo del prossimo anno e incentivi economici per le uscite volontarie e il prepensionamento. Sarà settembre il mese decisivo nel quale sarà delineata la strategia futura per il “riassetto” dello stabilimento di Pianodardine.

Industria Italiana Autobus invece vive un momento di stallo dopo una primavera tumultuosa che l’ha vista protagonista di una cessione molto discussa. Il gruppo Seri è pronto a investire, ma solo il 3 settembre sarà svelato il piano industriale che, per il momento, conoscono solo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e i fratelli Civitillo. Il destino dell’azienda di Flumeri è tutto da scrivere, e in essa potrebbero confluire i 76 colleghi della ex Bredamenarini di Bologna, che i vertici aziendali avevano già spedito in provincia di Avellino. Salvo poi bloccare il provvedimento dopo l’insurrezione dei sindacati. Discussione aperta anche riguardo la possibilità di un’entrata di nuovi soci, come i cinesi della Dongfeng Motors.

Ed è proprio il colosso dell’Automotive della Repubblica Popolare che potrebbe scompaginare le carte. Come anticipato tra queste colonne, i territori della Valle Ufita destinati agli insediamenti industriali sarebbero stati tra quelli scelti dal governo italiano nelle discussioni con i vertici dell’azienda cinese. Si profila all’orizzonte la possibilità, che non vedrebbe la luce prima di 24-36 mesi, di avere sul territorio irpino un nuovo produttore di auto elettriche.

Tutte questioni aperte, che decideranno il futuro dell’economia avellinese.

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