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Sud, 2016 anno della svolta

 

Il Sud, a più di centocinquant’anni dall’unità d’Italia ed a settanta dalla Costituzione repubblicana è ancora la palla al piede dell’Italia, ne condiziona l’economia e ne frena lo sviluppo. La questione meridionale, che dura da altrettanti anni, si arricchisce sempre di nuovi movimenti, teorie, proposte, analisi, sempre più spesso, astratte e teoriche, senza autocritiche o una riscossa che cominci, una buona volta, da noi meridionali e che faccia piazza pulita delle cause che sono da ricercare anche nella criminalità organizzata… Mafia, camorra e ‘ndrangheta; nel clientelismo ed assistenzialismo; nello scarso senso civico; nel malfunzionamento della Pubblica amministrazione e sua utilizzazione per fini di arricchimento personale e di carrierismo politico; in una classe dirigente inefficiente, arrogante ed autoreferente. Se non si distruggono questi mali alla radice – ed in questo non ci può aiutare lo stato centrale- non possiamo pretendere attenzione e finanziamenti, che pure ci spettano, necessari per rilanciare il nostro sviluppo che è parte essenziale di quello nazionale e senza il quale l’Italia è frenata. I vari movimenti, da ultimo quello neo indipendentista che ha la sua enclave nel baianese e che pensa che uno macroregione fortemente autonoma possa dare nuovo impulso allo sviluppo del sud, risentono delle ragioni ispiratrice della teoria neo borbonica che vedono la svendita del mezzogiorno agli interessi del Nord. Storicamente, le ragioni dell’arretratezza del mezzogiorno sono più complesse, strutturali, preesistevano ai Savoia ed hanno responsabilità anche endogene. Se è vero, come è vero, che “Senza un Mezzogiorno risanato economicamente e socialmente l’Italia non esiste” come ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo primo discorso di fine d’anno, è altrettanto vero che senza uno sforzo collettivo e deciso del sud a tirarsi fuori da questa melassa, non si va da nessuna parte. L’articolo di Galli della Loggia “Il governo ed il sud che non c’è” del Corrriere del 21 dicembre e quello di di Scalfari, che lo richiamava, sulla Repubblica del 27, hanno provocato una stizzita reazione del direttore del Mattino Barbano. Cosa scrive Galli della Loggia? Che “l’addio al Mezzogiorno prima che culturale è stato ideologico e politico” ed è cominciato dalla metà degli anni ottanta, quando è uscito dall’agenda dei governi; che le regioni hanno completato il disastro “nella sostanziale indifferenza degli italiani (compresa, tragicamente, gran parte degli stessi meridionali e delle loro scellerate rappresentanze parlamentari) e in assenza di una reazione forte e continua da parte dell’opinione pubblica meridionale e di chi dovrebbe darle voce. Mancano dibattiti, autocritiche, progetti, gruppi attivi, iniziative di mobilitazioni duratura, leader moderni e capaci”. Scalfari ha condiviso l’analisi di Galli della Loggia, parlando dell’Italia come paese duale e che la disuguaglianza è non solo è tra i ceti ma tra le regioni. Del sud scrive che “è’ una terra nella quale vegetano milioni di persone perbene ma sono come anime morte: il potere ce l’hanno i truffatori e i capi delle clientele”. Il direttore del Mattino è insorto accusandoli quasi di razzismo culturale e dei soliti pregiudizi, criticando anche il giovane studioso Emanuele Felice che, in un saggio di successo, aveva scritto che “il ritardo del sud risiedeva nel carattere “estrattivo” delle sue istituzioni (che concentrano il potere di una elite senza controllo popolare! N.d.r.) e della sua borghesia, le quali si sarebbero limitate ad accettare passivamente la modernizzazione, orientandone le risorse verso la rendita più che verso gli usi produttivi e mantenendo la gran parte della popolazione nell’ignoranza. Occorrerebbe che “i milioni di persone perbene” prendano coscienza dei propri diritti, si riapproprino del senso civico perduto, e facciano di tutto per sbarazzarsi di una classe politica arruffona ed arrogante, per poter porre le basi per un reale e radicale cambiamento. La stampa dovrebbe dar voce a questa esigenza!



edito dal Quotidiano del Sud

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