Corriere dell'Irpinia

Temperature in rialzo e poche piogge: la crisi idrica minaccia il Sud

L’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche informa che la crisi idrica nell’Italia del Sud, così come negli altri Paesi del Mediterraneo, è destinata ad aggravarsi. Al momento la Campania non sta mostrando segni evidenti di questa crisi, anzi, rispetto al resto delle regioni meridionali, “regge”: tanto che i livelli dei fiumi Sele e Volturno non si sono abbassati nell’ultimo periodo, anzi, il livello idrometrico è superiore rispetto a quello degli ultimi cinque anni. Di certo al Sud stiamo assistendo a temperature in aumento e carenza di piogge: un mix letale che sta flagellando in particolare la Sicilia e che vede in gravi difficoltà idriche anche le altre regioni meridionali, Sardegna compresa.

I dati sono quelli che arrivano dalle varie Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. La Sardegna ha registrato nello scorso mese di aprile un deficit pluviometrico importante, tra i 40 e i 59 millimetri. In Puglia l’aumento delle temperature e le piogge insufficienti aumentano il fabbisogno idrico del comparto agricolo, con conseguente riduzione dei volumi stoccati negli invasi: nell’ultima settimana quasi 6 milioni di metri cubi di acqua in meno; mentre il dato allargato all’ultimo anno parla di 124 milioni di metri cubi in meno. In Basilicata ancora peggio: in un anno 144,08 milioni di metri cubi di acqua stoccata in meno. In Calabria i fiumi Lao e Ancinale hanno ridotto le portate, rispettivamente del 37 e del 5,2 per cento (media mensile).

Nel Lazio, l’altezza idrica del lago di Nemi ha perso 40 centimetri in un anno, mentre il bacino di Bracciano registra un deficit di 4 centimetri sul 2023. A Roma il Tevere non raggiunge neppure i 90 metri cubi al secondo contro una media mensile superiore ai 200 metri cubi al secondo. In calo, contenuto, l’Aniene e il Velino, mentre la Fiora, nella Maremma laziale, rimane invariata rispetto a 7 giorni fa e ampiamente superiore alla media (+158% circa).

Scenario inverso al Nord, dove le riserve idriche sono ai massimi grazie ad un record piogge. Ma è una situazione contingente e limitata all’ultimo periodo, tanto che l’Osservatorio Anbi spiega anche le ragioni per le quali la crisi idrica è destinata ad aggravarsi: il Nord Africa, fatta eccezione per Marocco ed Algeria, segna temperature superiori ai 40 gradi e si prevede che, nei prossimi giorni, si raggiungeranno i 46 gradi in Libia; l’ondata di estremo calore attraverserà anche il mare, portando la colonnina di mercurio a superare i 30 gradi nel Sud della Sicilia. La temperatura dell’Acqua marina lungo le coste italiane raggiungerà, entro lunedì, i 21 gradi (fino a + 2 gradi sulla media), mentre il mar Mediterraneo orientale (Grecia, Turchia, Cipro e Medio Oriente) toccherà i 23 gradi in un contesto in cui anche il mese in corso (nei primi 13 giorni, una temperatura media di 15,67 gradi e un’anomalia di 0,65 gradi sulla media ’91-’20) pare indirizzato ad aggiudicarsi il primato del maggio più caldo della storia, esattamente come accaduto per gli 11 mesi che l’hanno preceduto.

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