Corriere dell'Irpinia

Giovani vite spezzate, il preside Di Cecilia: ragazzi generosi e con famiglie solide alle spalle. E’ il tempo della solidarietà ma anche dell’assunzione di responsabilità

Una veglia per ricordare le giovani vite spezzate di Roy Ciampa, Mattia Ciminera, Francesco Di Chiara e Bilal Boussadra, morti nel terribile incidente di sabato notte a Mirabella. Anche Sturno ha voluto rendere omaggio a quei ragazzi che tutti sentivano come parte integrante della comunità, anche se residenti nei comuni vicini di Frigento, Grottaminarda e Mirabella. Lo sottolinea il dirigente scolastico Franco Di Cecilia, per anni alla guida dell’Ic Pascoli di Frigento: “E’ stato un modo per far sentire la nostra vicinanza alle famiglie, per testimoniare come il loro dolore sia anche il nostro. Particolarmente toccanti i ricordi degli amici.  E’ come se fossero nostri figli. Tre di loro, Roy, Mattia e Francesco sono di origini sturnesi e hanno frequentato l’istituto Pascoli, da me guidato, Bilal era alunno del liceo sportivo di Sturno, un’istituzione che ho voluto fortemente da sindaco.  Lo stesso Comune di Sturno aveva premiato il giovane pugile per i suoi successi sportivi. Li conoscevo molto bene. Tutti avevano alle spalle famiglie solide capaci di educarli ai valori più autentici, erano ragazzi vivaci ed esuberanti ma mai indisciplinati.  Generosi, benvoluti da tutti, responsabili, erano alla ricerca di emozioni come i giovani della loro età. Alcuni di loro davano una mano in famiglia, qualcuno come Roy, studente brillante di scienze motorie, aveva anche una storia particolarmente sfortunata alle spalle, costretto ad abbandonare il calcio per un infortunio al ginocchio”. Spiega come “Oggi è il tempo della solidarietà ma anche dell’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni. Nelle scuole che ho guidato ho sempre promosso programmi di educazione al codice stradale, strettamente legati al curricolo di educazione civica e progetti in collaborazione con le autoscuole del territorio per consentire ai ragazzi di ottenere il patentino. Sono corsi nei quali si parte dall’insegnamento del codice stradale. Certamente, c’è bisogno di intensificare questo lavoro in collaborazione con le forze dell’ordine, di un’azione sinergica da parte di famiglia, scuola, istituzioni e associazioni. Al tempo stesso, dobbiamo insegnare ai nostri giovani a riscoprire il gusto delle piccole cose, il senso della vita a partire da emozioni autentiche che non possono essere cercate sulla strada, in contrasto con modelli che appaiono oggi dominanti”

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