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Uva, responsabile Pd per la Valle Ufita: “Crisi senza precedenti, ora è il tempo delle scelte”

Gabriele Uva, responsabile Pd per la Valle Ufita e componente della direzione nazionale dem

Gabriele Uva, responsabile provinciale del Partito democratico per la Valle dell’Ufita e componente della direzione nazionale. La Valle dell’Ufita è la terra delle vertenze. Dopo Industria Italiana Autobus, ecco l’emergenza
idrica. E anche questa di difficile soluzione.
“E’ come se vivessimo una crisi senza precedenti in Irpinia, così come in Valle Ufita. Crisi idrica, vertenze industriali, spopolamento, inquinamento ambientale crescente, infiltrazioni criminali, trasformismo politico diffuso. Si ha la sensazione che le cose vadano sempre peggio e che non ci sia una soluzione. E’ una sensazione persuasiva, ma credo ingannevole. D’altronde è l’etimologia della parola crisi a suggerircelo. Crisi vuol dire per l’appunto “scelta”, “decisione”. E in Irpinia, terra di politica, è arrivato il tempo delle scelte. Abbiamo il dovere di far prevalere la speranza, tutti insieme possiamo e dobbiamo sforzarci di indicare un orizzonte da perseguire. Questo si fa laddove si ha la capacità di fare rete, mettendo da parte campanilismi e ambizioni personali o scontri istituzionali, le cui scorie colpiscono la vita delle comunità. C’è solo e soltanto una cura, a mio avviso: un patto generazionale che dia vita ad una nuova classe dirigente in grado di indicare una via, un po’ come accadde tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70 a queste latitudini. Per quanto riguarda la crisi idrica, viviamo un paradosso senza precedenti: rappresentiamo il più grande bacino idrico del Mezzogiorno, il terzo in Europa; eppure i nostri rubinetti sono a secco, l’ente gestore del servizio registra oltre 200 milioni di debiti, le nostre bollette sono più care di quelle dei cittadini di altre regioni a cui forniamo buona parte della risorsa idrica. Tutto questo indigna e impone una soluzione. È un’ovvietà dire che servono più risorse. Il punto è: per finanziare quali progetti? Qui prima delle risorse servono i progetti. Se dotassimo l’Ente idrico campano o l’Alto Calore di un pool di tecnici esperti, potremmo fornire supporto a molti comuni per realizzare progetti o rafforzare quelli già esistenti e candidarli. I numeri degli investimenti del Pnrr per risanare le reti idriche irpine parlano chiaro e ci dicono che abbiamo perso un’occasione storica. Si chieda alla Regione di impegnarsi a finanziare un “Piano Irpinia”, ossia un pacchetto di risorse destinate a ridurre le perdite e a preservare una risorsa fondamentale, prevedendo anche delle somme per la progettazione. Ci avviamo verso una crisi climatica mondiale, in realtà la stiamo già vivendo, e non possiamo permetterci di perdere questa sfida”.

Dopo le amministrative di Avellino il PD è risultato il primo partito ma, con la vittoria di Laura Nargi, ha invece vinto il centro destra e liste civiche. Cosa è successo? Ci voleva un altro candidato?
“Il Partito Democratico Irpino ha ottenuto un ottimo risultato alle europee, su questo non c’è dubbio.
Anzi, va rivendicato. Anche alle amministrative di Avellino la lista del Pd è la prima in assoluto. Al 
contempo è innegabile che tutto questo non è bastato per vincere al ballottaggio, e non basterà in futuro.
Negli ultimi sei anni abbiamo perso tre ballottaggi, nonostante ottimi risultati di lista e ottimi candidati a
sindaco. Colgo l’occasione, tra l’altro, per ringraziare Antonio Gengaro per la tenacia e la passione con
la quale ha rappresentato la coalizione di centro-sinistra. Credo che abbiamo pagato non solo le tensioni
precedenti alla formazione delle liste e l’assenza di un marcato rinnovamento nei volti, nelle proposte e
nel metodo; ma anche una certa ambiguità su determinate vicende giudiziarie. Servivano parole chiare.
Aggiungo che il dato elettorale delle periferie è un segnale d’allarme che va colto con grande serietà e
attenzione. Se non abbiamo più la fiducia di chi vive in condizioni di difficoltà e di disagio, non possiamo
non interrogarci sul perché. Questo passa, a mio avviso, da una profonda e reale riflessione all’interno
del Partito Democratico Irpino e avellinese”.

Anche in Europa soffia un vento di destra. Ma il governo guarda ai progressisti. Che succede?
“In Europa la ribalta dei sovranisti non c’è stata. Il vento dei populisti soffia con meno forza, soprattutto
dopo la mossa da vero fuori classe di Macron. I populisti hanno rallentato la propria corsa, ma non per
questo le forze europeiste devono abbassare la guardia. Anzi, devono cogliere l’appuntamento con la
storia e scriverne una nuova. Per farlo è necessario che in questi 5 anni gli Stati membri realizzino quel
sogno chiamato Stati Uniti d’Europa, al fine di rendere più partecipi i cittadini nelle scelte dei vertici
dell’Unione, di dare vita ad un esercito comune e ad una diplomazia unitaria, nonché al fine di approvare
regole di mercato che impediscano fenomeni di concorrenza sleale tra Stati membri e imprese. La vera
integrazione europea non è monetaria, ma culturale e politica, in una parola sola: valoriale. I cittadini
europei hanno compreso che l’ambiguità di alcune forze di estrema destra rispetto alla vicenda russoucraina avrebbe potuto mettere a rischio la nostra integrità. Mi piace ricordare le parole pronunciate
dinanzi ai seggi da una signora anziana nel constatare, dispiaciuta, la bassa affluenza: “io sono venuta a
votare per impedire che l’Italia e l’Europa diventino una colonia russa. Dillo ai giovani!”. In quella frase,
pronunciata da chi sa cosa significa combattere per la libertà, c’era tutta la posta in gioco di questa tornata
elettorale’.
Concludiamo con il partitodemocraticodi Avellino. Non sarebbe ora di celebrare il congresso?
“Il Pd Irpino ha il dovere di immaginare un percorso. Il punto non è il congresso, ma la linea politica.
Più che un partito degli amministratori, cosa certamente positiva, abbiamo bisogno di un partito per gli
amministratori. Di un partito che esprima delle opinioni ed una visione sulle grandi questioni territoriali,
che discuta – anche animatamente – di problemi e di soluzioni. Abbiamo bisogno di un partito che stia
tra le persone e nei luoghi della sofferenza, che indichi una rotta e dica ai cittadini quali soluzioni offre
per migliorare le condizioni di vita. Altrimenti che senso ha il nostro impegno politico? È altrettanto vero
che il partito in questi anni ha retto nonostante i numerosi strappi, per certi versi è anche cresciuto e non
tutto può essere oggetto di critica apriori. Tuttavia, dinanzi all’ennesima sconfitta nel capoluogo, tra l’altro
maturata in quelle condizioni particolari, non possiamo non impegnarci per un rinnovamento nel metodo,
nel merito e nei volti. Concludo ricordando un episodio. Nel ricordare Giorgio La Pira in una
commemorazione pubblica, Piersanti Mattarella affermò che la politica ha il compito di “inventare il
futuro”. E il futuro lo si inventa innanzitutto se si ha coraggio: il coraggio delle scelte”.

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