15 team e tre challenges per 120 ragazzi del Convitto Nazionale di Avellino che, guidati dalla Dirigente Prof.ssa Maria Teresa Brigliadoro, hanno subito aderito, al Wayouth 2018. “ Wayouth – spiega il prof. Angelo Giannelli, promotore dell’iniziativa- sta ad indicare una comunità di ragazzi che si incontra per condividere idee e far nascere start up innovative. Al Convitto siamo molto sensibili alla diffusione delle buone pratiche innovative, come dimostra anche la presenza di nostri alunni a Latina per lo YounG7 Latina, a Siena, alla presenza del Ministro Fedeli, per il primo Hachathon sul cibo, a Bergamo per discutere di politiche agricole ed a Bologna nei giorni di “Futura”, per confrontarci sulla scuola che verrà.”
“Hackathon – spiega la Prof.ssa Maria Antonia Vesce, animatore digitale dell’Istituto- è una parola che vuole recuperare l’idea di una maratona di giovani creatori di virtuosi percorsi virtuali, volti alla creazione di nuovi spazi per la didattica digitale, al recupero della centralità in città della propria struttura scolastica, alla necessità di incrementare il benessere con cibo sano e sport. Presto saremo a Catania per un report sulle nostre iniziative.” La Palestra del Convittto è stata, così, trasformata in un perfetto ambiente digitale, in cui i ragazzi hanno operato con i loro devices personali per raccogliere notizie e trarre spunti utili allo sviluppo delle loro idee imprenditoriali. “Come Scuola Polo – precisa la Dirigente Brigliadoro – siamo in contatto con la Dott.ssa Simona Montesarchio ed il dott. Lorenzo Micheli, responsabili per il Miur del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) che si stanno adoperando per diffondere, connettere e coinvolgere tutte le scuole di Italia in attività di promozione di iniziative formative e didattiche innovative.”
Ospiti della maratona di idee sono stati anche il Prof. Roberto Capone, dall’Università di Salerno, e la giovane imprenditrice Federica Vozzella che hanno incoraggiato, apprezzato e guidato i ragazzi, i cui lavori sono stati attentamente visionati anche dalla Dirigente dell’Ufficio Scolatico Provinciale Rosa Grano, la quale si è subito lasciata travolgere dal sano entusiasmo dei ragazzi. “Nel vedervi così intenti e dediti ai vostri lavori – confida la Grano- perdo la dimensione burocratica di chi, tra gli uffici, gestisce le pratiche delle scuole irpine e ritorno a quella sana funzione di un tempo di “Provveditrice”, come colei che provvede alla vostra formazione morale e culturale”. Il fermento dei liceali nella Palestra del Convitto è effettivamente notevole ed accanto a chi programma le slides dei vari progetti da presentare vi è chi recupera anche righello e pennarelli per realizzare e colorare cartelloni che riproducano le varie idee, mentre i docenti tutti dell’Istituto si lasciano coinvolgere dallo spirito di coesione. “Siamo felici – dichiarano i ragazzi del Classico e dell’Europeo di lavorare congiuntamente e prepariamo il nostro pitch, il colpo vincente per convincere la Giuria sulla validità del nostro prodotto.” I 15 team di otto ragazzi, guidati da un alunno mentore, dopo ore di lavoro, hanno presentato i loro prodotti ad una Giuria di qualità , con rappresentanti dell’Usp e delle amministrazioni locali. I ragazzi vincono e convincono tutti perché hanno un sano entusiasmo che li porta a spiegare e difendere tutte le loro idee. Essi chiedono, così, di poter ridisegnare i loro ambienti di apprendimento, dando più luce a risparmio energetico ad aule dove la vecchia cattedra finisce a margine, sostituita da tavoli di lavoro multimediale. Da rinnovare, a loro giudizio, anche gli spazi comuni, agevolando momenti di relax e di scambio di idee. Gli alunni ridisegnano, così, scopi e funzione dei vari ambienti dell’Istituto, con la creazione di un laboratorio di giornalismo e di nuovi spazi di convegnistica aperti alla città. Riguardo al benessere, creano nuove app che consentano loro di ben equilibrare le scelte alimentari e, tra tanto inglese, recuperano anche quell’idea della “mens sana in corpore sano”, con l’auspicio di una metabolè che guardi al futuro, rinnovando la tradizione di una scuola che resti “agio”, come vuole la sempre viva e rassicurante etimologia del termine.
Pellegrino Caruso