“Nel tempo che viviamo si possono esprimere valutazioni politiche ed indicare soluzioni, soltanto nella misura in cui vi è una profonda conoscenza del territorio. Stiamo assistendo da anni ad un declino delle aree interne, senza che la Politica riesca ad invertire la rotta. L’Irpinia sconta la mancanza di una filiera istituzionale che sappia tenere accesi i riflettori su un territorio alle prese con uno spopolamento costante ed un irreversibile sgretolamento del tessuto industriale e commerciale”. E’ quanto si legge in una nota sottoscritta dal segretario provinciale dell’Udc, Gennaro Romei.
“Tranne poche aree virtuose che ancora riescono a reggere grazie ai flussi del turismo, per il resto la progressiva mancanza dei servizi essenziali sta rendendo la vita difficile a tutti coloro che per scelta e/o per necessità familiari hanno deciso, coraggiosamente, di scommettere sul nostro territorio.
Sta venendo a mancare quel senso di comunità che ha contraddistinto per decenni l’Irpinia, con una qualità della vita che peggiora di giorno in giorno.
Vi sono carenze nella quotidianità della città capoluogo che ne hanno mutato sensibilmente te le sembianze, fino a farla apparire e percepire sempre più come un luogo insicuro e dove ognuno è autorizzato a fare quel che vuole, in un clima di impunità diffusa. Assistiamo al declino di una città dove ogni giorno constatiamo sempre più saracinesche abbassate, dove il commercio di prossimità vive una crisi senza fine, nella colpevole inerzia delle istituzioni. Lo spaccio di sostanze stupefacenti non è più affare di qualche zona di periferia, ma vi è una diffusione ramificata che si concentra sempre più nelle zone centrali del capoluogo.
L’incuria per la città si percepisce ancor più nel fine settimana, laddove la piazza principale, piazza Libertà, è teatro di sosta selvaggia, in seconda e terza fila, fino a tarda ora, senza che vi sia alcun intervento dell’amministrazione.
Per non parlare del mancato rispetto dei limiti di velocità a tutte le ore, specie in prossimità delle strutture scolastiche, che denota ancor più sciatteria e mancanza di controllo. Gli accadimenti degli ultimi mesi, purtroppo, rimarcano che vi è una illegalità diffusa, figlia di un modo di vivere dove ognuno si sente autorizzato a prevaricare sull’altro, con la convinzione di potersela comunque cavare.
In città si sta pericolosamente diffondendo un modello dove ognuno può comportarsi come vuole, fuoriuscendo dai limiti della civile convivenza, travalicando molto spesso i confini della legalità, nel totale silenzio dell’istituzione.
L’attuale amministrazione sta offrendo un modello di città rispetto al quale ‘l’operazione Roccaraso’ appare di gran lunga più signorile e composta.
Il centro storico è alla deriva, senza una visione d’insieme e senza alcuna prospettiva di rilancio.
Ma, del resto, per farsi carico dei problemi del capoluogo come della provincia occorre una conoscenza vera del mondo del lavoro, unita a passione e abnegazione. E le ultime vicende del Consiglio Comunale di Avellino, dove assistiamo a fatti mai accaduti, come il passaggio da un gruppo all’altro, all’interno della stessa maggioranza, senza alcuna motivazione politica, sono lo specchio di una politica agli antipodi con quello che dovrebbe essere.
Parafrasando il calcio possiamo affermare che i “passaggi orizzontali” sono la cartina di tornasole di una politica che fa melina, incapace di verticalizzare alla ricerca di soluzioni esaustive.
Se si è arrivati a questo punto le cause vanno ricercate nelle bizzarre scelte di tutti coloro che hanno creduto negli abbagli di un civismo senza prospettiva. Dopo un anno possiamo dirlo, senza timore di smentita, che le scelte politiche erano l’unica strada da seguire, per contrastare un civismo che sta mostrando limiti infiniti. E non possiamo non sorridere constatando che tutti i costruttori del patto civico hanno, dopo qualche mese, cambiato opinione, trovando riparo in diverse formazioni politiche. Come Unione di Centro non abbiamo interrotto il nostro cammino, continuando senza sosta nel radicamento del partito sul territorio, nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa. Senza proclami, né nuvole di fumo o tesseramenti di facciata. E ci prepariamo all’appuntamento con le elezioni regionali con rinnovata passione. Alla tattica delle promesse continuiamo a preferire la strategia della serietà e della competenza”.