Clan Sangermano, altri due imputati coinvolti nel procedimento giudiziario hanno ottenuto una riduzione delle misure cautelari detentive.
Il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Napoli, nel contesto del procedimento abbreviato conclusosi lo scorso primo dicembre, ha accolto le richieste di attenuazione della custodia cautelare in carcere per Salvatore Sepe, cognato del capo clan Agostino Sangermano, condannato in primo grado a dodici anni e due mesi, assistito legalmente dall’avvocato Giovanna Nappi, e per Giuseppe Buonincontri, condannato a otto anni e quattro mesi, difeso dagli avvocati Pasquale Napolitano e Francesco Picca.
Entrambi gli imputati avrebbero già lasciato le strutture carcerarie di Secondigliano e Terni, dove erano detenuti, per scontare la pena ai domiciliari fuori dalla regione Campania. Misure su cui la Procura Distrettuale Antimafia di Napoli si era espressa contrariamente a entrambe le richieste di attenuazione della misura cautelare.
Il 9 maggio, il processo con rito ordinario riprenderà davanti ai giudici del Tribunale di Nola per due degli imputati, su cui la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli aveva richiesto un giudizio immediato; tra gli imputati figura anche il fratello del capo clan, Nicola Sangermano.