Continua a tenere banco la vertenza legata all’Industria Italiana Autobus, con un nuovo capitolo legati ai terreni nella disponibilità dell’azienda. In un comunicato Luigi Simeone, il segretario provinciale della Uil Avellino-Benevento, ha espresso la sua perplessità riguardo questa novità che si aggiunge a una situazione già delicata:
“Non si comprende come a fronte di una paralisi più o meno voluta, ma diffusamente programmata, ci siano ancora volontà malcelate di pianificare interessi diversi da quelli di rilanciare l’Industria Italiana Autobus in Valle Ufita.
La presa di posizione di ASI, legittima ma ampiamente in ritardo visto che si sarebbe potuta adoperare da diversi anni, giunge contestualmente alla riapertura della “partita” che solo grazie alla lotta dei Lavoratori, dei Sindaci e del Sindacato, non ha avuto — per adesso – l’epilogo che qualcuno a Roma e in Azienda aveva apparecchiato e definita come unica soluzione sul tavolo.
La cosa che deve far riflettere, a nostro avviso, è questa:
– ma questa azione aiuta la definizione della ricapitalizzazione e rilancio della IIA, o invece aggiunge o, meglio, sottrae possibilità e agibilità per una sua positiva conclusione?
– e ancora la eventuale sottrazione dei terreni alla IIA realizzerebbe quale obbiettivo, se non quello di sottrarre al patrimonio un bene che invece potrebbe costituire elemento su cui contare anche per realizzare altre e diverse attività complementari e non concorrenziali con il core business della nuova IIA?
Purtroppo sulla IIA si addensano ancora nubi, noi riteniamo che tutta l’azienda, così come è, debba essere messa nella disponibilità della nuova compagine societaria, che ne sarà vincolata all’utilizzo nella sua totalità in base alla destinazione d’uso propria delle date attività aziendali, e solo, e se alcune parti – ovvero i terreni non rientrassero nella strategia del nuovo piano industriale, allora e solo allora si dovrebbe valutare una loro diversa destinazione delle cui economia dovrebbe farne interesse la IIA innanzitutto, contestualmente alla legittima possibilità per altri investitori, che non essendo adesso interessati al subentro in IIA, solo allora potrebbero immaginare di investire su un territorio, con attività non in concorrenza con IIA e che comportino investimenti e nuovi posti di lavoro, mai a danno dei lavoratori della IAA che sono i veri artefici se ancora esiste una possibilità di avere in Irpinia una fabbrica di bus”.