Il segretario nazionale del Pli (Partito Pensionati e Lavoratori per l’Italia) Gennaro Sannino: “Premesso che lo Stato deve essere vicino al cittadino bisognoso ma, non può essere lontano da chi ha versato per oltre 46 i contributi per poi vedersi quasi alla pari di chi non ha mai lavorato o non ha potuto lavorare o di chi ha lavorato sempre in nero favorendo l’evasione fiscale da parte del titolare dell’azienda. Quest’ultimo, raggiunta l’età pensionabile, riceve dall’Inps la pensione sociale, nonostante molti di loro abbiamo fatto una vita agiata in gioventù, da pensionati percepiscono quasi quanto un pensionato che ha lavorato 40 anni in agricoltura con la differenza che quest’ultimo si è spaccato la schiena mentre l’altro si è divertito”.
“Il partito pensionati e lavoratori per l’Italia, continua la sua battaglia per i meno fortunati ma anche per chi è stato ligio al proprio dovere. Analizzando il criterio che utilizza il governo italiano per la perequazione, possiamo notare che adopera due pesi e due misure completamente diverse, nella prima calcola l’aumento sul netto della pensione minima mentre il secondo calcola l’aumento sul lordo, in questo modo dopo pochi anni, si arriva a pareggiare le due pensioni. Al riguardo sorge spontaneo un dubbio negli italiani, conviene versare contributi all’Inps quanto è fattibile guadagnare in nero oggi il triplo di domani? Tanto domani lo Stato mi darà la pensione sociale pari quasi quanto la pensione minima percependo tutti i confort possibili per chi è meno fortunato, (vedasi bonus vari)”.
“Lo Stato deve controllare che ogni cittadino lavori e paghi il dovuto secondo le leggi in materia economica e dovrà un domani percepire il dovuto per aver versato i contributi Inps. Chi non lo fa, non solo alimenta le casse della delinquenza perché molti operai sono costretti a lavorare in nero percependo la paga inferiore al minimo sindacale ed in tal modo, essendo pagati ‘sottobanco’ favoriscono l’evasione fiscale da parte degli imprenditori mettendo in netta difficoltà chi onestamente ha versato i contributi all’Inps durante la vita lavorativa ed è su questo che i governi devono lavorare per dare una giusta pensione a chi è meno fortunato senza danneggiare chi è sempre stato ligio al dovere di dipendente pubblico o privato”.
“Se analizziamo la perequazione della pensione notiamo che negli ultimi due anni c’è stata una perdita notevole in merito all’inflazione reale per chi guadagna oltre 4 volte la minima, danneggiando maggiormente chi ha dato molto durante la vita lavorativa”.