Da Carpignano ai Piani. Il Corso, strade e le stradine della cittadina ufitana. È la versione locale del Monopoly. Ci hanno pensato due ragazzi di Grottaminarda, Michele Barrasso e Paolo Vitagliano, a farlo diventare un gioco. Che è di società, ma anche segno di appartenenza, oltre che un divertimento. Si chiama, ovviamente, Grottopoly. Ma ricalca i movimenti del più famoso gioco da tavolo
.”Un tocco locale-come dice Paolo, ma che vuol dire coinvolgimento di una intera comunità”. Una idea, quella dei due ragazzi, entrambi impegnati nel campo dell’edilizia, nata già alcuni anni fa ma resa possibile soltanto sette mesi fa, quando abbiamo messo-aggiunge Michele-nero su bianco le nostre idee”. Progettazione, elaborazione, ricerca di sponsor, poi trovati, e consegna delle scatole. Da ieri, infatti, il gioco del “Grottopoly” è in vendita in alcuni bar della cittadina. Un itinerario che prevede fermate, imprevisti, “come quelli dei ragazzi del Festone che girano, in questi giorni, per le case e, quindi, bisogna pagare un contributo”, con la possibilità di avanzare, oppure restare fermo, di qualche casella. Un nuovo passatempo che, però, è anche” un pezzo di storia che si conserverà-dicono i due ragazzi che lo hanno inventato”.
“Ad ogni strada ci sarà lo sponsor- sottolinea Michele Barrasso”. Le fermate saranno contraddistinte dai loghi delle aziende che hanno reso possibile questo gioco”. “Avranno una visibilità unica-scrive sui social, Paolo Vitagliano-“.”Grottopoly”, insomma, fin da adesso, si candida ad essere il gioco drlla memoria di una comunità che vuole tornare ad essere quello che era una volta. Un
“melting pot” tra tradizione e innovazione. Perché quello sembra essere “Grottopoly”. Senza dimenticare di entrare tra le strade, i vicoli, le contrade, anche le periferie di Grottaminarda, come vogliono ricordare i due ragazzi che lo hanno rielaborato, anche attraverso le fermate. Che, però, sono utili anche a pensare.