La Stazione Hirpinia può rappresentare un concreto “driver” dei processi di rigenerazione territoriale? Su questo tema si sono interrogati ieri nei Giardini Pensili del Castello d’Aquino di Grottaminarda, docenti universitari, amministratori, politici, imprenditori, nell’ambito della V edizione di “ARÌNT” (Architettura e Progetto per le Aree Interne ed i Piccoli Paesi) Master di II Livello dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – DiARC UNINA.
Nel pubblico, insieme agli allievi della summer school del Dipartimento di Architettura, docenti, amministratori, diversi professionisti, architetti e dottori agronomi e forestali, presenti per l’interesse dell’argomento e per i crediti formativi. Spiccava la presenza del Direttore dell’Asl, Mario Nicola Vittorio Ferrante, sempre attento ai temi dello sviluppo del territorio.
« Il master – ha affermato Adelina Picone, Docente della Federico II – DiARC UNINA e Coordinatrice del Master – nasce da un idea del professor Francesco Rispoli nel 2018, quando si avevano i primi risultati e momenti di attuazione della strategia di aree interne per evitare lo spopolamento dei piccoli paesi interni. Il percorso formativo che la Facoltà di Architettura ha messo in campo non ha ricette o soluzioni in tasca, è un percorso di ricerca che verrà condotto con gli allievi, che sono al centro. Il Master è stato contestualizzato nelle aree di provenienza degli studenti (Valle Ufita, Baronia, Valle del Calore, Alta Irpinia) con un orizzonte aperto perché sappiamo che la Stazione Hirpinia porterà una trasformazione importante, non localizzata ai paesi contigui, ma che avrà un riverbero in un territorio molto più ampio. Il paesaggio e le sue condizioni che noi viviamo è il centro del nostro interesse. La prima cosa da ricostruire è la relazione tra il paesaggio, chi lo vive e la governance che agisce e rende vivo il territorio. L’incontro tra le diverse discipline è uno dei cardini del nostro Master per non lavorare solo dentro i confini della propria Provincia».
In apertura della tavola rotonda il saluto del Sindaco di Grottaminarda, Marcantonio Spera, che è entrato subito nel merito dell’argomento anche in quanto responsabile del Coordinamento tecnico del “Masterplane della Valle dell’Ufita” analizzando quelli che sono gli argomenti cardine per lo sviluppo dell’area: stazione ferroviaria Hirpinia, Piattaforma Logistica, Masterplane ed una comunione di intenti tra pubblico e privato: «è la vera sfida – ha detto – perché è inconcepibile pensare ad un futuro senza coniugare questi due concetti, tant’è che è argomento principale dell’ANCI regionale e nazionale». Spera si è detto grato alla Facoltà di Architettura per aver scelto Grottaminarda quale punto di partenza della summer school ma ha anche espresso rammarico per l’assenza di tanti sindaci poiché l’intero territorio dovrebbe cogliere l’opportunità di analisi offerta dal Dipartimento di Architettura.
Uno degli argomenti focalizzati nel corso degli interventi, sia da parte della Professoressa Adelina Picone che del Presidente dell’Ordine degli Architetti di Avellino, Erminio Petecca, è stato il grave fenomeno dello spopolamento e di come arginarlo: «Ritengo – ha affermato Petecca – che noi architetti siamo coloro i quali tracciano le linee su cui le amministrazioni, poi, accolgono i suggerimenti, fanno le loro valutazioni e portano avanti i loro progetti. Una delle tematiche che attualmente interessa maggiormente è lo spopolamento dei centri di periferia, noi dobbiamo far capire il valore che c’è in questi territori, valorizzare quanto presente e accogliere le esigenze di chi vi abita, in particolar modo il bisogno delle infrastrutture».
La parola è poi passata a Grazia Vallone, Vicesindaca di Ariano Irpino con delega all’Urbanistica: «Il paesaggio racconta una storia e spesso ne denuncia gli urti del tempo – ha affermato – Il paesaggio porta i segni delle scelte politiche spesso dettate non dalla salvaguardia ma dalla sopravvivenza dello stesso, il Masterplan costituisce, a mio avviso, l’ultima occasione per risolvere la desertificazione e riabitare i nostri territori».
Presente al tavolo anche Pino Bruno, ex Presidente di Confindustria Avellino, il quale, nel sottolineare l’importanza di creare infrastrutture in tempi rapidi, ha colto l’occasione per sottolineare la lentezza nelle opere di realizzazione della Lioni-Grottaminarda: «Spero che questo Masterplan possa condividere linee guida per lo sviluppo del territorio, e di farlo prima possibile perché i mercati non perdonano. Abbiamo bisogno di infrastrutture, nulla è possibile senza di esse per evitare che le zone interne diventino ancora più interne».
Ha condiviso l’opinione del Sindaco Spera sulla necessità di sinergia tra pubblico e privato, Luigi Famiglietti, Deputato XVII Legislatura: «in mancanza di questa condizione si rischia di perdere occasioni di sviluppo del territorio, pertanto è fondamentale la massima condivisione tra amministratori, comuni, imprenditori, sindacati, associazioni ed università. Il Governo, in un incontro a Roma, e poi ribadito dalla visita del Ministro Salvini un mese fa ad Apice, ha assicurato fondi per il miglioramento della logistica adiacente la Stazione ma a tutt’oggi i finanziamenti non sono ancora arrivati. Per questo è fondamentale la sinergia tra pubblico e privato».
A tirare le somme delle tavola rotonda Francesco Todisco, Delegato regionale del Presidente De Luca all’Alta Velocità, che ha definito il Master fondamentale per generare una classe dirigente su una nuova idea di area interna, non più basata sulla netta differenza tra città e periferia. «Il tema principale – ha affermato – è come lo Stato ha deciso di destrutturare questi territori delle piccole comunità, dei piccoli borghi e dei capoluoghi, di servizi dell’Appennino, eliminando alcuni servizi, accorpandoli tra comuni, come nel caso delle scuole. Se su un territorio non c’è una scuola, un medico, nessuno ci potrà vivere e le grandi città andranno in esubero. Si innescherà una sfida tra amministrazioni su chi avrà di più sul proprio territorio. Noi siamo risorsa non riserva per lo Stato».
Da registrare poi gli interventi di Ciro Montella, Delegato del Comunale di Flumeri allo Sviluppo del territorio, il quale ha sottolineato l’importanza dell’unione tra comuni «questo territorio negli ultimi 50 anni non ha avuto pragmaticità, rispetto ai servizi ad esempio (vedi continua emergenza idrica) siamo in perenne criticità, se non si risolvono prima queste criticità non si possono creare sinergie con l’ambiente»;
dell’Architetto Gaetano Bevere già consulente del Comune di Ariano per lo Sviluppo Ferroviario il quale ha sottolineato come già da 3 o 4 anni si è iniziato a parlare di Masterplan e condividendo il pensiero del Sindaco Spera ha affermato che «se non c’è sinergia tra pubblico e privato non si può realizzare nulla, i fondi non arrivano dalla Cassa del Mezzogiorno»;di Vincenzo Romolo, Presidente Club Rotary Avellino Est Centenario, anche lui d’accordo sul fatto che «i cambiamenti sono portati dai servizi che spesso non riusciamo ad avere nei nostri spazi; da parte del Rotary e del Terzo settore c’è piena disponibilità a collaborare, mi auguro che al termine di questo percorso possano nascere delle soluzioni».
Dopo la tavola rotonda, allievi del Master ARiNT V, docenti, amministratori e professionisti, hanno effettuato una visita collettiva all’area della Stazione Hirpinia, a piedi, con partenza dal campo sportivo di Grottaminarda, percorrendo via Tratturo, per constatare lo stato dell’arte dell’opera ma anche per studiare l’area circostante e le sue potenzialità. Non a caso le tappe successive sono state a Fioccaglie, sito archeologico di Flumeri dove insistono insediamenti di epoca romana, il “Forum Aemilii”, punto di inizio della via Aemilia, come ha ben spiegato l’Archeologa Sandra Lo Pilato nel fare un quadro generale del grande patrimonio archeologico dell’intera area; e poi tappa presso la splendida Dogana Aragonese, sempre di Flumeri, punto di riferimento nell’antichità per tutta la Valle Ufita dell’importante fenomeno della transumanza. Questi luoghi sono estremamente vicini alla stazione Hirpinia e potrebbero trarne vantaggio in termini di valorizzazione ed in scala più ampia nei processi di rigenerazione territoriale.