E’ un omaggio alla propria terra la raccolta “Momenti” di Stefano Acierno. Un viaggio a ritroso, tra memorie, emozioni e istantanee fissate per sempre sulla pagina. Una raccolta in cui lo sguardo non può non partire dalla sua Baiano su cui si soffermano anche i versi di zia Tina, sorella della madre, donna indipendente, fiera della propria cultura, pronta a ribellarsi alle limitazioni imposte all’universo femminile dalla società del tempo. Ad emergere il legame forte con la propria terra e le sue tradizioni “D’estate /era inondata di luce/D’inverno,/percorsa dal vento/Una collina d’argento/colma di ulivi/la sovrastava/Pietre vive a gradoni,/una cupola piccola/e macchie di vita/colorate/diroccate/raggiunte col fiatone”. Fino al bosco di Arciano “Ai dipressi di un bosco/dal nome antico/cosparso di muschio/intriso di bruma/è il mio paese/che visse/un tempo/di culture e legnatico”, richiamo all’antico rito del Maio, un albero che “E’ un totem/che d’incanto racchiude/il sentimento della comunità/segno d’identità”. Un paesaggio che acquista colori e luce diversa d’inverno, conservando intatta la sua bellezza “La neve, oggi/imbrillanta i miei monti/riluce al sole/ne rimarca il profilo/al confine del cielo/Vi spicca adesso/abbarbicato in alto/sul fondale/il santuario/di sera incastonato fra le stelle/dedicato alla Vergine Nera..”. Costante il senso di una comunione tra universo interiore ed esteriore “L’acqua precipita/scura e improvvisa/ e geme/Sotto gli scrosci non sono più solo”. Mentre si avverte con forza il senso del tempo che passa “Mio figlio corre/in quella piazza/che è delle sere d’estate/E ha nel viso la vita/il fremito/il sudore/la sfida al mondo”
A rivivere le figure legata all’infanzia, a partire dalla madre “E così avanzava/sempre orgogliosa/diversa/dal modo degli altri/Un vento insomma/lei ch’era impeto/non calcolo”. A incontrarsi sono passato e presente “Mio figlio corre in quella piazza/che è delle sere d’estate/E ha nel viso la vita/il fremito/il sudore/la sfida al mondo/Come correvo io/senza ragione, oltre il crepuscolo….”
Versi che si affiancano a quelli della zia Tina Sarnelli, tra ricordi e squarci della vita del paese, in cui costante è un senso di malinconia per un sentimento perduto “Ti rivedo sulla collina/ con le finestre spalancate al sole/Nell’aula angusta/i versi scanditi in metrica/si perdevano nel silenzio/dietro l’odore della menta selvatica ‘ Vivamus mea Lesbia, atque amemus”/…Don Gaetano carezzava il cane/con gesti irreali/Tra i castagni cantavano/le raccoglitrici di tacche/Io ero con loro”. O ancora in “Strada per Monteforte” “Lungo la via/ boschi cupi di castagni/asini tristi con le fascine in groppa/Sulla salita, la fontana/col muschio verde che sbava/e la scritta incisa sulla pietra/Vi sostano donne silenziose/con le brocche antiche/sul turbante di stracci”. “Dietro portoni con battenti di ferro/androni bli/ Poi di colpo ti acceca il sole/là nei cortili sbreccaiati tra ondulate mura di tufo…”.Nè Sarnelli dimentica la tragedia del 1980 “Tra le macerie sono rovinati i giorni/Il tempo si è fermato sotto le pietre/Sugli archi sgretolati sono rimasti i volti/le parole sono incise sui muri senza più calcina/Il cuore è coperto di polvere, ogni pietra una lacrima”
Il volume sarà presentato il 10 novembre, alle 10.30, al Teatro Colosseo di Baiano, Interverranno Silvana Acierno, il sindaco di Baiano Enrico Montanaro, Mariella Del Basso, presidente pro loco Baiano, Gianni Festa, direttore del Corriere dell’Irpinia, Pasquale Napolitano, dirigente scolastico dell’Ic Baiano-Sperone, Lorenzo Colucci, medico, Le letture saranno a cura di Silvana Acierno e Antonio Lippiello