Dalla ricerca della libertà allo specchio dell’America di ieri. E’ un racconto che si nutre di spunti molteplici, in un costante equilibrio tra memoria e presenta, quello che consegna Stefania Piscopo nel confronto dedicato a Mark Twain e al Mississipi promosso dall’Associazione Culturale Italobritannica. A confrontarsi con Piscopo al Circolo della stampa, moderati da Gianluca Amatucci, la professoressa Lina Nigro, presidente Acib e la professoressa Benedetta Ragozzino. Un racconto che parte dal rapporto dell’irpina Stefania Piscopo con gli Usa “Volevo migliorare la lingua inglese e ho vissuto per sei mesi negli Usa da alcuni parenti. Poi mi sono innamorata e sono rimasta lì. Gli Usa offrono sempre la possibilità di reinventarsi, così è stato per me, ho cominciato a lavorare in banca, poi mi sono dedicata alla famiglia e allo studio. E mi sono appassionata ad autori come Twain. L’America di ieri non è così diversa da quella di oggi con tutte le sue contraddizioni e divisioni. Contraddizioni che emergono con forza nella dura campagna elettorale in corso, in cui continua ad esercitare una forte influenza su ogni ambito della vita sociale la religione, un puritanesimo che finisce talvolta con il rende bigotti”.
Piscopo spiega come “Mark Twain era stato pilota di battelli a vapore sul Mississipi e conosceva bene la vita che si snodava lungo quel fiume. Molte delle avventure che racconta sono autobiografiche. Nella sua narrazione ritroviamo personaggi che si fanno espressione dell’America di ieri, dallo schiavo Jim allo stesso Huck, costretto a fare i conti con violenza e povertà. Il suo è un viaggio nell’America, tra discriminazioni e pregiudizi, che si fa desiderio di fuggire dal quotidiano, da ciò che impone la società. Costante il tema della ricerca della libertà che guida tutti i personaggi, libertà dalla schiavitù per Jim o ancora dal padre violento per Huck.”. “Per lui, fonte dell’umorismo non è la gioia, ma la tristezza che proviene dalla conoscenza delle bassezze del genere umano – spiega Nigro – Si può definire uno dei grandi scrittore del realismo americano”. Benedetta Ragozzino sottolinea la sua capacità di inserire i piccoli personaggi, le storie di vita quotidiana nel contesto della grande storia e l’attenzione al realismo linguistico, a partire dalla presenza di più dialetti. Il professore Fausto Baldassarre spiega come la sua produzione si faccia espressione di una filosofia nuova, che insegue la liberazione dell’uomo dalle catene dell’omologazione. E’ quindi lo scrittore Carlo Crescitelli a sottolineare la carica rivoluzionaria dei suoi romanzi, in cui protagonisti sono proprio gli ultimi come Hucklberry, figlio di un vagabondo ubriacone, che sceglie di vivere al di là delle norme sociali dell’epoca e riuscirà a trovare il proprio riscatto.