Rosa Bianco
L’autore Massimiliano Festa, originario dell’Irpinia ed ex parà della Folgore – attualmente in servizio come dipendente presso il Ministero – svela con maestria i retroscena del suo nuovo romanzo “Pioggia Salata”, campione di incassi su Amazon. Attraverso un intreccio narrativo che affonda nelle dinamiche del potere e nei segreti celati, Festa esplora la complessa sovrapposizione tra il vissuto militare e l’arte della scrittura, offrendo al lettore un viaggio nelle tensioni sottili che legano azione e riflessione, giustizia e verità. Massimiliano Festa non si limita solo a esplorare il potere che permea le nostre vite, ma con il suo impegno concreto agisce sui fronti più urgenti del nostro tempo. In un’Italia spesso divisa sulla questione dell’accoglienza, l’autore offre un esempio di solidarietà che va oltre le parole, ospitando rifugiati di guerra nelle sue case in Irpinia. È un gesto che ha una portata profondamente umanitaria: Festa interpreta l’accoglienza come atto personale di resistenza alle ingiustizie globali, restituendo dignità e speranza a chi è stato strappato dalla propria terra. In un mondo dove il potere è diffuso e spesso opprimente, questa scelta assume un valore universale. Non si tratta solo di un aiuto materiale, ma di una forma di empatia attiva, capace di sfidare il cinismo dei nostri tempi e di ridare spazio a valori quali la fratellanza e il rispetto dei diritti umani. Festa, dunque, non solo osserva le dinamiche di potere da intellettuale; le contrasta con l’azione. Le sue case in Irpinia diventano così un simbolo di resistenza contro un sistema, che tende ad annullare le singolarità e i diritti dei più deboli. Nel suo gesto risiede un invito potente: la possibilità di trasformare l’impegno personale in una forma di resilienza, dimostrando che la solidarietà è ancora una delle risposte più significative al dolore, causato dalle ingiustizie del potere globale.
La sua esperienza nei corpi speciali militari ha influenzato profondamente la narrazione di Pioggia Salata. Quanto di ciò che racconta nel libro proviene dalla sua esperienza diretta e quanto è pura finzione?
L’esperienza diretta è dominante.
Nel romanzo, il “segreto” assume un ruolo simbolico e centrale, quasi una metafora della natura stessa del potere. Che cosa l’ha spinta a esplorare questa tematica e come definirebbe oggi il concetto di “potere”?
Mi ha spinto la sete di giustizia e verità nei confronti di fatti atroci, che hanno asfaltato la vita dei protagonisti del romanzo. Il potere sono le dittature, e le dittature mascherate da democrazia, dove affaristi senza scrupoli muovono pedine sulla scacchiera. Pedine che se si compattano e diventano squadra…
Il titolo Pioggia Salata evoca immagini intense e simboliche, legate alla purificazione e al dolore. Può raccontarci di più sulla scelta di questo titolo e sul significato profondo che rappresenta?
Il titolo è figlio di un’esperienza drammatica che ha sconvolto la mia esistenza. Un’esperienza che racconto nel romanzo.
Pioggia Salata non è solo un thriller, ma una critica sociale e politica. Quali sono secondo lei le implicazioni di questo libro per i lettori di oggi e quale impatto spera che possa avere sulla percezione delle istituzioni e del potere?
Le istituzioni e il potere temono Pioggia salata, perché svela omicidi irrisolti e dinamiche losche che è preferibile non far conoscere.
Il suo romanzo si sviluppa su due piani: il thriller avvincente e una riflessione etico-politica sulle conseguenze della conoscenza. Come bilancia questi due livelli e come desidera che il lettore li interpreti?
I thriller affascinano e deliziano; l’etica e, soprattutto, la politica sono meno appetibili, ma se si amalgamano bene gli ingredienti diventa gustosa perfino una minestrina.
Quale finalità ultima si propone con Pioggia Salata? Desidera soprattutto offrire al lettore un’esperienza di suspense e intrattenimento, oppure si augura di stimolare una riflessione profonda sulle dinamiche di potere e sulle verità nascoste della nostra società?
Desidero, o meglio, sogno che scrittori e giornalisti aiutino gli insegnanti e i genitori a lasciare un’impronta nei cuori dei ragazzi, ma per farlo devono essere una spina nel fianco dei politici, non i loro zerbini.