E’ dedicata alla Regina Viarum la XXI edizione delle Giornate dell’Archeologia Ritrovata in programma il 18 e 19 ottobre ad Avellino, a cura dei Gruppi Archeologici d’Italia. Questo pomeriggio, alle 16, sarà Amedeo Picariello ad illustrare nel corso di un incontro on line le problematiche legate alla Via Appia, che ha raggiunto gli scorsi mesi il traguardo del riconoscimento Unesco. Domani la presentazione del saggio sulla via Appia “La Regina d’Irpinia. La Via Appia e il sistema viario romano nell’Appennino meridionale” di Gerardo Troncone con la partecipazione di Mario Cesarano, direttore del Parco Archeologico di Aeclanum di Mirabella. Il 20 ottobre, alle 8, raduno e partenza per l’escursione sul treno Rocchetta Avellino con visita e sosta a Bisaccia, cuore del Sistema Irpinia.
L’Appia fu la prima delle grandi strade di Roma costruite con tecniche innovative, veri e propri capolavori di ingegneria civile che si affiancarono alle vie naturali e che costituiscono i monumenti più durevoli della civiltà romana. Il tracciato, iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana e lungo la Via Appia Traiana, la variante fatta realizzare dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi.
Concepita per esigenze militari, la Via Appia divenne da subito strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali e, nel tempo, è diventata il modello di tutte le successive vie pubbliche romane così come, in un certo senso, l’origine del complesso sistema viario dell’Impero, che è anche alla base dell’attuale rete di comunicazione del bacino del Mediterraneo.