L’inizio di un nuovo anno accademico all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici rappresenta sempre un evento di grande rilevanza culturale. Quest’anno, però, si carica di un significato speciale: siamo alla vigilia del cinquantesimo anniversario di un’istituzione che, sin dalla sua fondazione nel 1975, ha incarnato l’ambizione di dare forma a quella che il suo fondatore, l’avvocato Gerardo Marotta, definiva “la casa dello spirito assoluto”.
A celebrare questo passaggio, venerdì 22 novembre, si sono “fusi” due momenti emblematici: la prolusione del filosofo Roberto Esposito su “Il ruolo della filosofia nel mondo globale” e il concerto jazz del maestro Luis Di Gennaro. Non è una casualità: la filosofia e l’arte, strettamente intrecciate, sono le due direzioni, attraverso cui l’Istituto orienta il pensiero verso le sfide del presente.
Nell’ intervento di apertura dell’ inaugurazione Massimiliano Marotta si è distinto per l’elegante e profonda capacità di intrecciare riferimenti letterari e spirituali, costruendo un ponte tra epoche e culture diverse. Ha iniziato con l’ appassionata lettura della Profezia di Baudelaire, poi ha proposto l’ inizio del secondo movimento di Urlo di Allen Ginsberg, tradotto da Fernanda Pivano e ha concluso con un richiamo al Vangelo di Giovanni, riflettendo una raffinata sensibilità intellettuale e un’autentica tensione verso il dialogo universale.
L’idea degli istituti di cultura come “porte” che accolgono e trasformano ha risuonato come un monito e un invito: essere custodi di spazi, dove il pensiero ha potuto attraversare confini, nutrendo spiriti e creando pascoli di conoscenza. Marotta ha ricordato che il sapere non è statico, ma un movimento incessante di apertura e accoglienza, radicato tanto nella poesia moderna, quanto nella spiritualità eterna.
A seguire, il Direttore degli studi Geminello Preterossi e la Segretaria generale Fiorinda Li Vigni hanno presentato le prospettive per il nuovo ciclo di studi. Nei loro interventi, è emersa una chiara visione di continuità e innovazione, incentrata sul valore universale del pensiero filosofico, come strumento per comprendere e affrontare le sfide del nostro tempo.
La filosofia nel mondo globale
La scelta di inaugurare il nuovo anno accademico con il filosofo Roberto Esposito è stata particolarmente felice.
In un’epoca segnata da crisi globali – ecologiche, politiche, economiche – e dall’espansione di logiche tecnocratiche, il ruolo della filosofia appare più cruciale che mai. Esposito, uno dei pensatori italiani più apprezzati a livello internazionale, ha sottolineato che la filosofia è una necessità per salvaguardare la nostra umanità. La riflessione filosofica, dunque, non è un esercizio accademico, ma una pratica vitale, capace di resistere a quello che lo stesso Esposito ha chiamato il rischio della “disumanizzazione del mondo”.
La filosofia ha anticipato la sfida della globalizzazione, intesa non solo come fenomeno economico e politico, ma come problema filosofico, che interroga il senso dell’universalità e il ruolo delle differenze.
La globalizzazione non è un processo compiuto né lineare, ma un movimento frammentato, che produce disuguaglianze e tensioni. La filosofia, originariamente dialogica, ha il compito di articolare le differenze in uno spazio multipolare, evitando sia l’unificazione totalitaria, sia l’omologazione degli standard. L’universale, lungi dall’essere un dato, è un orizzonte aperto, raggiungibile solo attraverso il confronto critico con il particolare.
Come ci insegnano Kant e Hegel – ha spiegato Esposito – la filosofia si nutre della finitezza e della negatività, traducendo i limiti in occasioni di scambio e trasformazione. Questo è il contributo dell’Istituto: rendere la differenza il nuovo universale, in un mondo che riconosce nei confini porosi non barriere, ma ponti verso altri linguaggi e tradizioni. In tale prospettiva, l’Istituto rappresenta un laboratorio unico, per una filosofia globale, radicata nella storia e allo stesso tempo aperta al futuro.
L’ arte come bussola della filosofia
Accanto alla riflessione filosofica, il concerto jazz del musicista avellinese Luis Di Gennaro ha sottolineato il legame inscindibile tra filosofia e arte. “L’arte è la bussola della filosofia, la orienta” – ha ricordato Marotta. Questa visione si riflette nel programma annuale dell’Istituto, che non si limita a conferenze e seminari, ma abbraccia mostre, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali e poesia. L’arte, come la filosofia, interroga e illumina, offrendo prospettive che il linguaggio discorsivo non può esaurire.
L’Istituto come avamposto dello spirito assoluto
Nel celebrare il cinquantesimo anniversario, Marotta guarda al futuro con un’ambizione che affonda le sue radici nella missione originaria dell’Istituto: essere una “casa dello spirito assoluto”, luogo dove arte, religione e filosofia trovano una sintesi alta e necessaria. Questo non significa solo preservare il passato, ma anche aprirsi a nuovi orizzonti, come dimostra l’appello a coinvolgere artisti emergenti accanto a nomi già affermati.
Un impegno per le nuove generazioni
Particolarmente toccante è la dedica del programma accademico di quest’anno alle bambine e ai bambini di tutto il mondo e a quelle “sentinelle dell’Acropoli della loro anima” che sono maestre e maestri. Questo richiamo sottolinea l’importanza di trasmettere alle future generazioni non solo conoscenze, ma strumenti per pensare e sentire in profondità.
Nel mondo globale di oggi, dominato dalla rapidità e dalla superficialità, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici riafferma con forza il valore della lentezza, della riflessione e della bellezza ed è, al contempo, una luce che illumina il cammino di un’umanità che rischia di perdersi, ma che può ritrovarsi proprio attraverso la filosofia e l’arte. L’apertura di questo anno accademico non è solo un evento, ma un invito: a pensare, a creare, a non rinunciare mai alla nostra umanità più profonda.
Rosa Bianco e Fiore Carullo