Sarà presentato il 14 dicembre, alle 16.30, presso la Biblioteca Capone di Avellino il primo volume dedicato ad Avellino e Salerno, edito dalla Società Napoletana di Storia Patria, dell’opera “I teatri della Campania” cura di Elio Coppola e Maria rascaglia. Interverranno Rizieri Buonopane, presidente della Provincia di Avellino, Renata De Lorenzo, presidente Società Napoletana di Storia Patria. Interverranno Clelia Biondi del liceo statale Paolo Emilio Imbriani e Maria Grazia Cataldi, già presidente Istituzione Teatro Gesualdo. Protagonisti del volume (articolato in cinque tomi di cui questo è il primo edito) sono i teatri campani nelle cui vicende storiche di inserisce lo sviluppo dell’attività teatrale e della società a loro contemporanea.
Da anni Franco Mancini pensava ad una pubblicazione organizzata e a un censimento dei teatri campani come già aveva fatto per i teatri del Veneto. Architetto, scenografo e studioso di scenografia, la sua attività di scenografo teatrale si è svolta prevalentemente a Napoli con numerosissimi spettacoli per le compagnie di Eduardo De Filippo: il Teatro di Eduardo e la Scarpettiana al Teatro San Ferdinando. Per il cinema Mancini ha lavorato in La Sfida di Francesco Rosi, L’Isola di Arturo di Damiano Damiani, Lo sgarro di Silvio Siano, I due della Legione di Lucio Fulci. Come studioso di Storia della Scenografia si è occupato prima di Napoli, pubblicando in “Napoli Nobilissima” una serie di articoli poi raccolti in un volume, divenendo uno fra gli studiosi di scenografia più apprezzati in Italia. Grande attenzione è rivolta alla storia dei teatri di Avellino, dal primo teatro cittadino al Partenio fino al Gesualdo.
L’antico teatro cittadino sorgeva in piazza Libertà. Progettato dall’architetto Domenico Chelli, già impegnato nella progettazione del San Carlo di Napoli, fu completato nel 1816. Ad impreziosire il teatro saranno, poi, le decorazioni dei pittori avellinesi, Angelo e Cesare Uva e la “ribalta elettrica”, la prima scala in Europa a utilizzare questo sistema di illuminazione. Gli anni a cavallo fra la fine dell’800 e l’inizio del’900 furono quelli di massimo splendore per l’antico teatro avellinese. Sul palcoscenico irpino si esibivano tanti noti artisti che portavano in scena: Verdi, Puccini, Rossini, Masciagni, Doninzetti, Bellini, e tanti altri. Una storia che si interrompe nel 1923 auando il Commissario regio, Giulio Corradi, decide di vendere la struttura. Rovinata negli spazi interni dopo il periodo di inattività durante la prima guerra mondiale. A ricordarlo oggi una lapide all’ingresso di Palazzo Sarchiola.