“Volevo che il film raccontasse il crescendo che caratterizza i fenomeni di bullisno, la goccia dopo goccia chefa traboccare il vaso”. Così Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, il giovane toltosi la vita a soli 15 anni dopo essere stato vittima di episodi di bullismo, ha sottolineato il valore di cui si carica il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, che racconta proprio la storia di Andrea. Dopo la morte del figlio, Teresa ha scelto di portare la sua testimonianza nelle scuole. Il 29 gennaio, alle 10, si racconterà nella palestra comunale della scuola primaria di Sperone agli studenti della scuola secondaria di primo grado di Sperone e Baiano. Punto di partenza dell’incontro dal titolo “Il rosa che fa rumore. Insieme per una scuola senza pregiudizi”, il volume “Andrea. Oltre il pantalone rosa”, Graus edizioni. Interverranno Adolfo Alaia, sindaco di Sperone. il dirigente scolastico Pasquale Napolitano, Miriam Barbati, psicologa Piano di Zona Ambito A6. L’incontro è promosso dal Comune di Sperone in collaborazione con l’Ic Giovanni XXIII di Baiano/Sperone.
Andrea aveva da poco cambiato scuola, frequentava il liceo Cavour di Roma soltanto da qualche mese quando ha deciso di farla finita, impiccandosi con una sciarpa mentre era solo in casa. A poche ore dalla sua morte, i genitori hanno appreso la notizia dell’esistenza di una pagina Facebook in cui Andrea veniva deriso dai suoi coetani. Lo chiamavano “il ragazzo dai pantaloni rosa”. Ai genitori non aveva mai raccontato nulla di quelle prese in giro e derisioni, convinto di poterle affrontare- Da allora Teresa racconta la storia di Andrea nelle scuole per ribadire che “Il bullismo è una piaga sociale di cui tutti siamo complici”. Una storia a cui è ispirato il bel film di Margherita Ferri “Il ragazzo dai pantaloni rosa” capace di conquistare i ragazzi e scuotere le loro coscienze