A decidere se dare via libera al progetto per la realizzazione dell’impianto di gestione rifiuti a Salza Irpinia sarà la conferenza servizi in programma il 2 aprile che dovrà valutare le relazioni tecniche preparate dalla società che ha chiesto l’autorizzazione all’opera.
Al di là di quelle che saranno le valutazioni dei numerosi enti chiamati ad esprimersi sulla fattibilità dell’impianto, sarà vincolante il parere dell’amministrazione comunale di Salza guidata dal sindaco Luigi Cella.
Ed è scontato che il parere del primo cittadino sarà contrario: significherebbe altrimenti violare le norme contenute nel Puc che lo stesso Cella ha fatto approvare. Non solo la realizzazione dell’impianto risulta infatti non compatibile con le prescrizioni del Piano Regolatore Generale (PRG) che classificano l’area di progetto in Zona E1, ovvero come “area boschiva”, destinazioni d’uso che non comprendono le attività di recupero di rifiuti inerti.
C’è di più: l’amministrazione Cella, con grande lungimiranza, consapevole dei rischi ambientali a cui è soggetto il territorio di Salza, ha prestato da subito particolare attenzione alla salvaguardia di alcune zone. E mentre la precedente amministrazione adottando il Puc – delibera di giunta comunale n. 37 del 24 maggio 2019 – aveva classificato l’area individuata dalla ditta per realizzare la discarica come “una Zona D1”, ovvero senza vincoli e limitazione alcuna, appena due mesi dopo, l’amministrazione Cella riadottò il Puc integratolo con alcune modifiche per una pianificazione del territorio secondo una prospettiva di sviluppo socioeconomico, oltre che ambientale, in “ottica green”.
Di conseguenza per la Zona D1 fu inserito il divieto di insediamento di attività finalizzate allo stoccaggio e ai cicli di smaltimento o commercializzazione di rifiuti di ogni genere, eccezion fatta per quello necessario per il riciclo (obbligatoria per legge) dall’impianto già operante nell’area (impianto produzione di asfalto, autorizzato nel 2008) pertanto non incrementabile.