Un viaggio tra sogno, libertà e poesia. E’ il Don Chisciotte di Cervantes, in scena questa sera al Partenio, alle 20.45 con la compagnia del Clan H, in un adattamento curato da Salvatore Mazza. Punto di partenza la magia del Teatro “…E c’è un luogo dove non bisogna dare spiegazioni, dove regna l’ascolto, dove lo sguardo è attraversato – si legge nelle note di presentazione dello spettacolo – Là ci incontreremo, ai confini del SOGNO. Scegliere, ricercare e sperimentare. Abitare le parole con lieta FOLLIA. Molti credono che quello che vedono sia tutto, ma dietro lo sguardo si cela la più grande scoperta: una POETICA LIBERTÀ. Perché l’esistenza di tutti e di ciascuno si dispiega dalla matassa dell’in-comprensione e diviene TEATRO, verità della finzione”. Ritroviamo così Do Chisciotte, il sognatore per eccellenza nato dalla penna di Cervantes. Appassionato di romanzi cavallereschi, sarà la letteratura a trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale egli si convince di essere chiamato a diventare un cavaliere errante. Si mette quindi in viaggio, come gli eroi dei romanzi, per difendere i deboli e riparare i torti, e diventa così il cavaliere don Chisciotte della Mancia e inizia a girare per la Spagna. Nella sua follia, don Chisciotte trascina con sé un contadino del posto, Sancio Panza, cui promette il governo di un’isola a patto che gli faccia da scudiero. Ma la Spagna del suo tempo non è quella della cavalleria e nemmeno quella dei romanzi picareschi, poche le avventure che dovrà affrontare. Ma la sua visionaria ostinazione lo spingerà a leggere la realtà con altri occhi. Inizierà quindi a scambiare i mulini a vento per giganti dalle braccia rotanti, i burattini con demoni, le greggi di pecore per eserciti arabi, i quali sottomisero la Spagna al loro dominio dal 711 al 1492. Combatterà questi avversari immaginari risultando sempre sonoramente sconfitto, e suscitando l’ilarità delle persone che assistono alle sue folli gesta. Sul palco Salvatore Mazza, Andrea De Ruggiero, Santa Capriolo, Felice Cataldo, Laura Tropeano, Elisabetta Iannaccone, Sabino Balestrieri, Pasquale Migliaccio. Umberto Branchi, Roberta Buonavita, Valentina Fiorillo per la regia di Lucio Mazza.