“E’ un dovere provare a riaprire il caso relativo al delitto di Pasquale Campanello”. Lo sottolinea il procuratore Domenico Airoma nel ricevere, nella sala blu del Carcere Borbonico, il premio intitolato a Pasquale Campanello promosso dal presidio Libera di Pratola Serra. Spiega di “aver accolto con piacere le dichiarazioni di Gianni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia, che sottolineava la volontà di riaprire il caso Campanello, È chiaro che ci sono difficoltà come con accade con tutti i cold case. Ma lo dobbiamo a questo servitore dello Stato coraggioso, è un dovere anche solo provarci. Da parte nostra, c’è la massima disponibilità a collaborare”. E sul premio per la lotta contro la criminalità organizzata, dal contrasto agli affari del Clan Partenio alle infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni fino alla sensibilizzazione degli studenti sul tema della legalità “Sono grato a Libera per questo riconoscimento. Ma il premio migliore è nei risultati delle indagini, è fare bene il proprio dovere”.
Confessa di pretendere sempre molto da sé stesso e ribadisce la necessità di mantenere alto il livello di attenzione nel contrasto alla criminalità in Irpinia. “Significa fare tutto il possibile per preservare questa terra da infiltrazioni camorristiche. La storia deve insegnarci molto su questa terra. Quanti, all’epoca, pensavano che fosse immune da abitudini camorristiche? Così non è stato. E se è accaduto una volta, potrebbe ripetersi. Di qui l’importanza di non sottovalutare nessun segnale”. Sugli ultimi episodi avvenuti sul territorio, spiega di non essere in condizione di dire “se siano segnali di una nuova effervescenza camorristica. Altrimenti avrei già trasmesso gli atti alla Direzione Distrettuale Antimafia. Ma non sono segnali da sottovalutare. Il pericolo di una reazione del clan esiste sempre, Il territorio irpino è sempre stato oggetto di appetiti criminali della camorra, dal Vallo di Lauro alla Valle Caudina, ma anche la città di Avellino ha rappresentato un forte oggetto di interesse. Il timore è che, quando c’è un vuoto di influenza camorristica, si apra uno spazio che consenta ad altri di penetrare nel tessuto sociale ed economico”. E a chi gli chieda se si possa intendere la camorra come veniva perimetrata negli anni ’80-’90 sottolinea come “E’ chiaro che sta cambiando. Non dobbiamo pensare alle organizzazioni camorristiche di un tempo. È diversa la capacità di penetrazione che va a toccare i circuiti dove il profitto è maggiore. Per questo, deve essere alta l’attenzione da parte nostra, delle forze di polizia e della magistratura”
Airoma chiama tutti a fare la propria parte “Anche l’apparato amministrativo deve essere particolarmente vigile nell’impedire infiltrazioni. E’ una provincia in cui ci sono stati tre scioglimenti di amministrazioni comunale in un brevissimo lasso di tempo, ma c’è ancora il rischio che possa accadere altrove. Dobbiamo essere pronti e vigili, e non sottovalutare nessun segnale, amministrativo, economico e finanziario. Bisogna avere una visione sempre complessiva dei fenomeni criminali. Non dobbiamo mantenere alta l’attenzione solo quando si spara per strada. Quando ci sono sparatorie, siamo già a un livello più avanzato. E quando esplode la febbre, esistevano già focolai precedentemente”. Ricorda il ruolo importante svolto dai giornalisti nel segnalare emergenze e situazioni che possano destare preoccupazione. Ma ribadisce come “sia fondamentale sensibilizzare la società civile, a partire dalle scuole. E’ fondamentale incontrare gli studenti nelle scuole. I ragazzi devono capire che anche le istituzioni sono fatte di uomini. Non esiste la Procura o il Tribunale. Esiste qualcuno che cerca di fare il mestiere di Procuratore della Repubblica e qualcuno che cerca di fare il mestiere del giudice, Guardarli negli occhi aiuta ad alimentare un sano affetto nei confronti delle istituzioni”.
E sull’emergenza carcere “Abbiamo sempre parlato di aprire il carcere alla società. Ora ci troviamo di fronte al problema inverso, la società è penetrata nel carcere, è diventata piazza di spaccio. Ecco perchè bisogna trattare il Carcere come si tratterebbe qualsiasi altra realtà criminale del nostro territorio. Questo perchè vogliamo tutelare i detenuti che vogliono fare un sano percorso rieducativo, ma non sono messi in condizione di farlo perchè ci sono gruppi criminali che cercano di affermare la propria egemonia all’interno del carcere”. E sugli studenti che hanno pubblicato foto inneggianti al fascismo non usa mezzi termini “Sono imbecilli, non c’è altro termine per definirli”
Sceglie di dedicare il premio a coloro che hanno offerto un contributo alla lotta alla criminalità, alle persone che hanno collaborato con coraggio alla riuscita delle indagini, senza aver alcuni riconoscimento. E spiega come “Oggi più che mai è necessario schierarsi, non è il tempo di restare neutrali. Basti pensare alla Terra dei fuochi che io definirei la terra dei ciechi, come era possibile che nessuno avesse visto nulla? Come se la camorra da sola fosse responsabile di tutto. Dove erano gli imprenditori che hanno fatto affari con la camorra, i contadini che hanno consentito che fossero interrati rifiuti nei loro terreni? I camorristi non sono scesi da Marte, hanno trovato terreno fertile e la spiegazione di questo terreno fertile va cercata in una radice di tipo culturale ed esistenziale”. Spiega come “in tanti accettino di aderire alla criminalità organizzata non solo per trarre profitto ma anche per riempire un vuoto e dare un senso alla propria esistenza. La domanda sulla ricerca di senso è legittima, è inaccettabile la risposta”.
Chiarisce come “la mafia ci assomiglia, abbiamo perso il senso della distinzione tra bene e male, ad alimentare la cultura mafiosa è la mentalità relativistica portata all’estremo. Mentre dobbiamo tornare a parlare di principi, di beni primari, di ciò che è giusto e ingiusto, altrimenti finiremo con l’essere sempre vittime della criminalità organizzata o di altre consorterie”. Di qui l’invito a difendere l’uomo “a rinvigorire il tessuto sociale, usciamo da questa palude, in cui tutto affoga. C’è bisogno di uno scatto spirituale, di risvegliare le radici intorpidite come nella Terra desolata di Thomas Sterne Eliot, di costruire e lavorare per una nuova primavera”.