“Non esistono aree d’Italia immuni dalla criminalità organizzata. Se ci sono tossicodipendenti, significa che c’è anche qualcuno che vende droga”. È quanto dichiara il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, che oggi pomeriggio, ad Avellino ha preso parte ad un incontro, moderato dal giornalista Amedeo Picariello con gli studenti dell’ITE Amabile.
Un’ora serrata di domande da parte dei giovani studenti, parte di un programma di iniziative lanciato dalla dirigente scolastica Antonella Pappalardo sulla
legalità. Nel dettaglio, grande attenzione è stata rivolta al sistema mafioso e alla sua efficacia specialmente in relazione alle nuove tecnologie e all’uso dei social. Considerazioni al centro dell’ultima produzione editoriale di Gratteri – con Antonio Nicaso – dal titolo “Il grifone: Come la tecnologia sta cambiando il volto della ’ndrangheta”.
Per il capo della Procura antimafia la criminalità organizzata è all’avanguardia sull’utilizzo dei social .”Le mafie sono contemporanee. Utilizza tutto ciò che utilizziamo noi oggi e ciò che l’uomo ha utilizzato in passato. Le mafie si comportano come un ‘azienda. Nella seconda metà dell’800, si facevano pubblicità comprando le squadre di calci in aree depresse. Oppure offrivano il proprio sostegno alla Chiesa, attraverso ingenti doni. Oggi le mafie si fanno pubblicità sui social. I primi a farlo sono stati i cartelli messicani. In Italia la camorra è stata la prima a sfruttare fb, attraverso video con auto di lusso e orologi d’oro per accalappiare tutti i giovani emarginati e poveri di zone depresse . Ragazzi non strutturati sul piano dell’istruzione, attirati dal facile guadagno, senza capire che ila ricchezza rimane ai capimafia. Come i giovani si sono spostati su tik tok, le mafie si sono spostate su questo social perchè inseguono voi. Poichè siete coloro che non hanno non hanno soldi, ma fanno spendere i genitori”.
L’episodio delle undici misure cautelari emesse in relazione al tentato omicidio perpetrato nel carcere di Bellizzi ad Avellino, è l’occasione per il Procuratore per alcune considerazioni sul regime carcerario italiano. “Non conosco quanto avvenuto stamattina e comunque non parlo di indagini in corso, a qualsiasi livello. La crisi del sistema carcerario si aggrava di anno in anno. Attualmente mancano circa 16 mila agenti di polizia penitenziaria, il che rende impossibile garantire un adeguato trattamento rieducativo. Spesso le carceri si riducono a semplici contenitori di detenuti, senza il personale necessario per l’educazione e il reinserimento sociale. Quando, per carenza di uomini e mezzi, si lasciano aperte le celle dell’alta sicurezza, insieme a quelle destinate ai detenuti comuni e a quelli in regime di media sicurezza, di fatto le carceri finiscono sotto il controllo dei mafiosi. Sarebbe necessario un forte investimento da parte dello Stato» commenta.
«Non esistono aree d’Italia immuni dalla criminalità organizzata – è la risposta a chi chiede del concetto di “isola felice” in relazione all’Irpinia – Se ci sono tossicodipendenti, significa che c’è anche qualcuno che vende droga. La droga non si acquista in farmacia, ma da criminali che poi reinvestono i proventi nel riciclaggio o nell’economia locale. Questo dimostra che un territorio felice non esiste, cambia solo l’intensità della presenza mafiosa».Sul recente episodio dell’attentato ad un escavatore in un cantiere in centro città, Gratteri non entra nel dettaglio, ma assicura: «Stiamo lavorando».