“Si deve ricomporre una frattura che c’è stata ma occorre ritrovare l’unità, perché si è aperta una stagione nuova. Una difesa comune ha tempi lunghi ma può aprire ad altre conquiste europee: politica estera comune, fine del diritto di veto, un assetto federale”. Così la parlamentare Pd Paola De Micheli, al QN. Un congresso? “No. Ci vuole una discussione profonda e franca – aggiunge – Il Pd deve essere leader dei socialisti europei, dobbiamo stare dentro al dibattito della nostra parte politica per cambiare in meglio RearmEu. Gli interventi di Schlein e Gentiloni al nostro incontro e la piazza per l’Europa dimostrano che la tensione è unitaria ed europeista. I distinguo sono sul come arrivarci.
Faccio esempi di priorità condivise nel partito: il debito comune, gli investimenti tecnologici nella difesa, l’esigenza di scongiurare la disparità tra Paesi derivante dalle differenze di di bilanci, la collaborazione tra imprese europee della difesa. Troviamo una sintesi di questi contenuti e facciamoli pesare ai tavoli che contano. Sarebbe stato più facile farlo votando sì, piuttosto che astenersi.
Ma recuperariamo il nostro ruolo di leadership”. “Schlein sceglierà le modalità, io eviterei il congresso perché diventarebbe una conta sulle persone – dice inoltre – Credo invece che si possa trovare una posizione comune rapidamente in una direzione straordinaria dove alla fine si voterà. Nel suo discorso al nostro convegno ho trovato aperture al confronto di merito e anche la valutazione delle regioni di chi, dopo aver votato per l’astensione, avrebbe voluto votare sì. Troviamo rapidamente una linea unitaria: il punto d’arrivo deve essere quello di condizionare le istituzioni europee e la partita che si gioca nei prossimi giorni sulla difesa comune”.