“L’illegalità diffusa porta alla camorra. Spesso, a premere il grilletto delle armi che utilizzano i ragazzi per uccidere è il dito dei genitori”. Francesco Emilio Borrelli, deputato di Avs, gionalista, storico militante dei Verdi, si rivolge agli studenti dell’Ite “Luigi Amabile” di Avellino. Il deputato, ospite dell’incontro “Una vita a difesa della legalità quotidiana”, insiste sull’importanza della famiglia come nucleo fondativo di una società fondata sui, anzitutto sulla legalità, presupposto imprescindibile dello stare insieme: “E’ un percorso faticoso”, ammette. “I ragazzi conoscono Gomorra, conoscono Cutolo ma poco Falcone e Borsellino. Se non si riparte dalle famiglie, che troppo spesso sono disadattate, sarà impossibile invertire la tendenza”, ragiona il deputato rivolgendosi agli studenti.
E ancora, aggiunge: “La camorra non è solo un problema di Napoli, ma è presente ovunque, anche qui, anche se in forme diverse, la camorra ha tante sfumature, ci sono colletti bianchi e altro. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare”. E sugli striscioni con la scritta: “Antifascismo uguale magia” esposti nelle scorse settimane da alcuni studenti anche nelle scuole di Avellino, Borrelli invita a non sottovalutare la vicenda: “L’idea che sono tutte ragazzate non va bene”.
Ad aprire il dibattito, la dirigente scolastica, Antonella Pappalardo che ha sottolineato come la legalità non va solo spiegata ma deve essere praticata da tutti con gesti concreti quotidiani.
Ad intervenire anche Almerigo Pantalone, penalista del Foro di Avellino: “Borrelli ha un’idea di società e una visione della città – osserva – che condividiamo pienamente: una città libera dai disservizi, in cui nessuno possa appropriarsi di interi quartieri, ma bensì vogliamo una città dove tutti possano vivere liberamente ogni spazio”
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