di Lello Venezia – È fatta, siamo di nuovo in B. Sì, è vero, c’è da sbrigare la pratica dell’ultimo punto da conquistare per avere la certezza matematica, ma è solo una formalità. Con cinque punti di vantaggio sul Cerignola a due giornate dalla fine si può legittimamente dire che la promozione è conquistata. Può partire la grande festa per brindare al ritorno dei lupi nel calcio che conta dopo una pausa di sette anni. Via a carovane, maxi-schermi, caroselli. Tra cori, sventolii di bandiere, sciarpate proviamo a fare una veloce check up di quest’annata, con uno sguardo al passato, uno al presente e uno futuro.
PASSATO. Alzi la mano chi a fine settembre dello scorso anno scommetteva ancora sull’Avellino nei play off? Trovare poi qualcuno che credeva addirittura nella promozione diretta in B era puro fantacalcio. Dopo cinque giornate disastrose con la conduzione di Pazienza, i Lupi navigavano nella zona play out e per molti la stagione era irrimediabilmente compromessa. D’Agostino si trovava davanti all’ennesimo bivio: ingaggiare un nuovo allenatore (dopo averne già due a libro paga non utilizzati, Rastelli e Pazienza appunto) e un nuovo staff manageriale oppure azzerare tutto, ripartire dai giovani cresciuti in casa Avellino. Per fortuna, non cedendo nemmeno alle pressioni della piazza, ha preferito la seconda strada. E ha vinto la scommessa. Biancolino, promosso dalla Primavera alla prima squadra, Aiello nominato direttore sportivo. I due esordienti si sono gettati nella mischia con passione e dedizione. Et voilà, con un colpo di bacchetta, lo scenario è cambiato. Ed inizia anche la lunga ricorsa. Il “Pitone” inanella una striscia di sei vittorie consecutive e quattro pareggi che fanno morale e ricompattano uno spogliatoio e un ambiente diviso. Alla fine del girone di andata i Lupi si ritrovano terzi in classifica con 32 punti preceduti dal Monopoli con 35 punti e Benevento con 37 punti. E qui entra in scena Aiello che in sede di calcio mercato invernale mette a punto la squadra con sette acquisti (Todisco, Panico, Manzi, Palumbo, Lescano, Cagnano, Zuberek). Con la rosa completa la rimonta diventa inarrestabile per culminare nel sorpasso del Cerignola del 24 marzo dopo la vittoria sul Potenza. Da quando il Pitone ha preso in mano le redini della squadra ha collezionato 21 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte (una in Coppa), con un bottino di 66 punti in 27 gare di campionato (che sarebbero 70 in 30 partite, considerando anche gli incroci con Turris e Taranto). Una media punti partita tra le più alte in Europa. È stato anche infranto il record delle vittorie consecutive (9) finora detenuto dalla mitica formazione di Tony Giammarinaro che conquistò la prima promozione in serie B nel 1972-1973. È stata davvero una cavalcata trionfale. “Non era semplice, la situazione era delicata – ha ricordato Biancolino – rincorrere è molto stressante. Vinci una partita ma poi vincono anche le altre e tu ti ritrovi allo stesso posto con una gara in meno. Ma il segreto è stato quello di crederci e non mollare mai. Anche da calciatore quando facevo gol pensavo subito a farne un altro”. Con i suoi gol da calciatore ha firmato quattro promozioni in B dei biancoverdi, adesso da allenatore ha centrato un traguardo ritenuto impossibile. Biancolino, un lupo vero. E alla fine svela il suo segreto: “Quando indosso la maglia biancoverde mi trasformo, divento Hulk”.
PRESENTE. Ci sono ancora da disputare due partite: questa sera (ore 19.30) con il Sorrento e sabato prossimo con il Team Altamura. Fanno bene l’allenatore e il presidente a predicare la calma in attesa del punto necessario per emettere la sentenza definitiva sul campionato. Biancolino recupera Patierno e lo riproporrà in tandem con Lescano. Per il resto tutto confermato con la riconferma della formazione tipo e i soliti collaudatissimi cambi. Il Sorrento oramai non ha più niente da chiedere al campionato anche se vorrà chiudere in bellezza e brindare per la salvezza conquistata con netto anticipo. Per l’Avellino dovrebbe essere solo una formalità, considerato che anche un pareggio può bastare per dare il via all’apoteosi biancoverde. Si giocherà in campo neutro e non a Potenza dove i costieri hanno disputato quest’anno le gare interne. Una decisione saggia, sollecitata opportunamente dal ministro dell’Interno Piantedosi, per evitare problemi tra le tifoserie di Avellino e Potenza. In città sarà installato anche un maxi-schermo per consentire a chi non potrà seguire la squadra in trasferta di festeggiare in città. Peraltro il match sarà teletrasmesso in diretta e in chiaro anche dalla tv del Patron D’Agostino, Prima Tv. È giusto che tifosi, città e provincia festeggino il ritorno in Cadetteria. “Per fare il presidente dell’Avellino occorre passione – ha sempre spiegato D’Agostino – Non capisco chi va a fare il presidente in una realtà che non è la sua. Non è un’attività imprenditoriale in cui puoi pensare di fare soldi. Deve prevalere la passione, altrimenti non ha senso fare nulla. Tra le 22 aziende che ho, l’US Avellino è la più complicata perché l’Avellino non è solo mio, ma è di tutti. Qualsiasi scelta tocca la passione di tanta gente. Siamo una delle migliori società a livello nazionale, gestiamo tutto con molta attenzione e cerchiamo di essere allineati con tutte le norme del mondo del calcio”.
FUTURO. La serie B non s’improvvisa, va preparata. Da subito. Per evitare di ripetere esperienze passate, con un continuo saliscendi tra Serie C e Cadetteria, occorre lavorare per dare una struttura solida, seria alla società. La promozione può portare vantaggi economici alla città e alla provincia. Non è certo come la serie A, ma i benefici sono notevoli. Secondo stime recenti, il calcio professionistico italiano genera oltre 4,6 miliardi di euro all’anno, gran parte dei quali derivano dalla Serie A e dalla serie B. Questo denaro viene reinvestito nella società, alimentando una serie di settori correlati come il turismo, i media, il merchandising e l’industria agro-alimentare. Migliaia di persone impiegate per far funzionare i club ma anche i settori interconnessi come la sicurezza negli stadi, il catering, il trasporto e l’ospitalità.
Il primo nodo da sciogliere riguarda la questione stadio. In attesa del nuovo impianto (siamo ancora alla fase dell’approvazione del progetto: realisticamente occorreranno, salvo intoppi burocratici, dai due ai tre anni per vederlo realizzato) occorre adeguare il Partenio-Lombardi agli standard per la serie B. Da una prima stima sembra che occorrono almeno 1,2 milioni di euro di lavori per rifare il manto erboso, installare la sala Var e adeguare l’impianto di illuminazione. Bisogna trovarli per far iniziare l’adeguamento al più presto onde evitare di dover disputare parecchie gare in campo neutro. E qui si misura davvero la capacità amministrativa del comune. Peraltro al discorso dello stadio è legato anche quello della campagna abbonamenti che sarà sicuramente condizionata dall’eventualità di disputare delle gare in un altro impianto lontano da Avellino.
L’altro problema è quello dell’allestimento della squadra. Scontata la riconferma di Biancolino e di Aiello che hanno già prolungato il contratto, bisogna però pensare se sia il caso di trovare un Direttore Generale di esperienza, conoscitore della serie B e in buoni rapporti con i grandi procuratori del calcio moderno per pescare sul mercato internazionale. L’Avellino ha una rosa di 30 giocatori e l’età media è di 28 anni. Tra svincoli, prolungamenti e rinnovi bisognerà al più presto decidere come comportarsi e come agire. Aiello è alquanto cauto al momento: “Non credo che per la B ci saranno stravolgimenti, a maggior ragione in una rosa del genere, dove ci sono ragazzi che hanno già giocato in categorie superiori. L’aspetto caratteriale ad Avellino è un elemento di prim’ordine”. La riconoscenza verso tutti i calciatori che hanno conquistato questa promozione è fuori discussione, ma le decisioni vanno prese in maniera imprenditoriale, coniugando le opportunità di mercato. Detto in poche parole: le riconferme per gratitudine, indipendentemente dal progetto tecnico futuro, vanno evitate. La serie B è un torneo sicuramente più difficile e di livello più alto rispetto a quello attuale: bisognerà coniugare insieme esperienza e vitalità. Gli innesti stranieri, poi, diventano determinanti e vanno effettuati tenendo presente anche le disponibilità economiche. È per questo che il discorso del potenziamento della struttura tecnica societaria a nostro avviso diventa importantissimo.