È già trascorso un mese da quando l’ufficio postale di Grottaminarda è chiuso. E ne dovrebbe passare un altro ancora, molto probabilmente, per la riapertura dell’ufficio postale della cittadina ufitana. Chiuso da quando, una notte dell’inizio del mese scorso, alcuni malviventi fecero saltare in aria la postazione del postamat. Non portandosi dietro nessun bottino ma arrecando notevoli danni alla struttura. Due sportelli dall’ufficio sono stati spostati in quello di Passo Eclano. Ma i disagi, le difficoltà, e le polemiche aumentano. Ad essere colpite, dice la minoranza in consiglio comunale, sono “le fasce deboli, anziani e non motorizzati”.
I gruppi “Per Grottaminarda-2027” e “Scelta popolare” aggiungono che” i lavori di ripristino della funzionalità della struttura avrebbero dovuto essere completati entro la fine del mese di giugno ma, ad oggi, essi sono ben lungi dal terminare e l’Ufficio postale risulta ancora chiuso”. Entrambi i gruppi di palazzo Portoghesi, con i capigruppo Vincenzo Barrasso e Michelangelo Bruno, intanto, hanno scritto direttamente alla sede romana di Poste Italiane S.p.A., chiedendo “di ripristinare con la massima celerità i servizi postali svolti presso l’Ufficio di Grottaminarda, anche attraverso il trasferimento temporaneo di tali servizi postali in un container da allocare nell’area adiacente all’Ufficio”.
Inoltre hanno interessato, attraverso una richiesta, il sindaco Marcantonio Spera e l’assessora delegata ai Rapporti con gli Enti Sovracomunali e ai Diritti del Cittadino, Franca Iacoviello, affinché si “potesse attivare immediatamente ogni più utile e necessaria iniziativa istituzionale nei confronti di Poste Italiane S.p.A. al fine di conseguire il ripristino dei servizi postali svolti presso l’Ufficio di Grottaminarda”. Una questione che andrebbe risolta al più presto. Ed il problema non è solo della cittadina ufitana. Anche in altri centri della provincia, in Baronia come nella stessa valle Ufita, ci sono molti uffici postali chiusi. Per ristrutturazione o perché, negli ultimi tempi, la “banda del postamat” ha cercato di scassinare quei dispositivi.