Un “processo lampo” nei confronti di Americo Marrone, il narcos di Altavilla Irpina e degli altri componenti del suo “gruppo” finiti in carcere qualche mese fa al termine di un blitz coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dalla Procura di Avellino e condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Sezione Antidroga di Avellino.
Il pm antimafia Henry Jhon Woodcock, che ha coordinato le indagini insieme al pm della Procura di Avellino Luigi Iglio, ha chiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Napoli Aufieri, il magistrato che ha emesso la misura cautelare, il giudizio immediato per alcuni dei reati contestati nell’ambito dell’inchiesta nei confronti del gruppo di grossisti della droga, in particolare cocaina, sgominato da un’operazione condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Avellino, agli ordini del vicequestore Aniello Ingenito. Il 19 settembre prossimo, davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Avellino (a meno che non vi siano richieste di riti alternativi da parte delle difese) partirà il processo al presunto capo del cartello che riforniva le piazza di spaccio di Valle Caudina, beneventano, Valle del Sabato, Vallo Lauro e Avellino, Americo Marrone e i suoi più stretti collaboratori, ovvero la moglie Tiziana Porchi e il nipote Valentino D’Angelo. Il ras Marrone e altri due dei cinque indagati sono difesi dal penalista Gaetano Aufiero, gli altri due coinvolti nel blitz dagli avvocati Loredana De Risi e Roberto Romano.
L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Henry John Woodcock e Luigi Iglio della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha consentito di far luce su un sodalizio criminale ben strutturato, con base operativa ad Altavilla Irpina, dedito alla distribuzione di cocaina, hashish e marijuana.Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale operava principalmente ad Altavilla Irpina e sarebbe stato capeggiato da Marrone, figura centrale nel traffico di droga, già arrestato e posto ai domiciliari da pochi mesi.
Nonostante la sua detenzione, Marrone avrebbe continuato a gestire le operazioni di compravendita di droga, mantenendo contatti con acquirenti all’ingrosso e impartendo direttive ai propri complici. I collegamenti con l’esterno sarebbero stati realizzati tramite l’utilizzo di telefoni cellulari e sim-card che la moglie, gli avrebbe consegnato durante i colloqui in carcere.Gli uomini della Squadra Mobile sono riusciti a seguire le tracce del nipote di Marrone già arrestato nel marzo 2023 per spaccio, per arrivare all’intero gruppo. L’attività investigativa ha visto anche il sequestro di una somma pari a 252mila euro, rinvenuta occultata dietro un frigorifero nella casa di Marrone, all’epoca dei fatti già detenuto.