Un politico esemplare. Per coerenza e lungimiranza. Fiorentino Sullo lo ha dimostrato in ogni sua impresa. Da padre della Costituzione, da ministro – per cinque volte -, da leader della Dc, da consigliere di Stato e presidente dell’Avellino Calcio.
“Un esempio importante che ha dato tanto al Parlamento, al governo e a questi territori attraverso una azione politica sempre aventi rispetto ai tempi”. Così il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, ricorda Sullo durante la messa nella chiesa del Santissimo Rosario per la traslazione delle spoglie mortali dello statista irpino e della moglie, Viretta de Laurentiis, dal cimitero di Torella dei Lombardi, suo paese natio, a quello del capoluogo irpino. Una cerimonia promossa dalla Fondazione Sulla presieduta dal parlamentare Gianfranco Rotondi in occasione del 25esimo anniversario della scomparsa e a quasi cento anni dalla nascita – 1921 – del grande statista irpino.
“Persone come Sullo – ricorda Fontana- hanno ricostruito il Paese dopo la seconda guerra mondiale e ci hanno dato la possibilità di vivere in un Paese che considero straordinario. Mai dimenticarsi della eredità che ci hanno lasciato: ci aiuta a risolvere i problemi che oggi abbiamo di fronte”.
Tante le autorità che prendono parte al rito religioso, tra cui la figlia di Sullo, Marcella. In prima fila il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che con lo statista dc aveva un profondo rapporto di stima e amicizia. Da quando Sullo con l’avvento dei Magnifici Sette si era defilato ritirandosi a Salerno. Si racconta che un giovane De Luca con la fascia tricolore fece fermare la processione del santo patrono San Matteo per rendere omaggio al suo beniamino politico.
Sullo è un esempio per molti, ricordato da pochi.
Forse perché è stato un politico di rottura, forte e chiaro. Per la prima volta ministro nel 1960 nel Governo Tambroni, da fervente antifascista, lasciò il suo incarico dopo che l’Esecutivo ottenne la fiducia del Movimento sociale italiano.
E ancora: la proposta di legge sull’urbanistica di Sullo voleva porre fine alla spirale speculativa degli anni ’60 e all’espansione incontrollata delle grandi città. Una riforma scomoda, fermata da proprietari terrieri, dalla politica finanziata dai palazzinari.
Altra caratteristica politica di Sullo fu il suo radicamento al territorio. Si dice che all’inizio della sua carriera politica amava girare per tutti i comuni irpini in bicicletta. E poi da ministro, cercava di ricevere tutti: lunghissime le anticamere. Per l’Irpinia Sullo ha fatto tanto. Ad esempio riuscendo ad ottenere la modifica del percorso dell’autostrada A16: grazie a Sullo oggi passa anche per Avellino e Benevento.
“Da uomo mite e rigoroso, Fiorentino Sullo ci lascia questa grande eredità: nella vita conta la coerenza e la politica che si riduce a praticismo e rinuncia a trasmettere i valori è una politica che non vale nulla. Stiamo attenti perché la nostra democrazia si sta riducendo a un guscio vuoto, privo di valori fondamentali”, dice De Luca. “Sullo – continua il governatore – è tra gli esponenti più prestigiosi di una classe dirigente che ha onorato l’Italia nel dopoguerra e ha rappresentato uno degli esempi più autorevoli di una politica fatta di cultura e valori”.
“Lo ricordiamo per la sua capacità politica – rimarca De Luca – ma anche per la sua coerenza. E’ stato uno dei pochissimi ministri ad avere il coraggio di dimettersi quando la sua presenza nel Governo confliggeva con la sua coscienza. Un esempio da trasmettere alle nuove generazioni, in un momento in cui la coerenza e’ diventata un disvalore”.
“Oggi la nostra città accoglie con profonda commozione le spoglie mortali di Fiorentino Sullo e della sua amata Viretta de Laurentiis”, dice la sindaca Laura Nargi.
“Fiorentino Sullo – sottolinea la prima cittadina di Avellino – è stato un protagonista della storia repubblicana, uomo delle istituzioni, Ministro della Repubblica, intellettuale appassionato e visionario. Con il suo impegno ha saputo incidere profondamente sul destino dell’Irpinia e delle Aree interne del Mezzogiorno, portando infrastrutture, riforme, diritti.
La sua proposta urbanistica del 1962, nota come ‘legge Sullo’, resta ancora oggi un esempio di riformismo ispirato ai valori costituzionali e cristiani di equità e solidarietà.
Conservo il ricordo personale della sua frequentazione con la casa di mio nonno a Castelvetere, dove da giovane discuteva di politica e dove, forse, prese forma la sua passione repubblicana culminata con l’adesione alla Democrazia Cristiana.
Rotondi definisce la cerimonia un “gesto storico”, perché “si tratta dell’ultimo funerale di un padre costituente, seppur differito di 25 anni”. “Proprio nella chiesa del Rosario – rivela Rotondi – Sullo, da antifascista, fondò nella stanzetta dietro l’altare il primo nucleo della Dc”. Da lì è iniziato un percorso nelle istituzioni all’insegna della coerenza: “Dietro di lui c’era una vera scuola di pensiero, che oggi ci manca ma che possiamo ancora riscoprire nel suo esempio. Ricordo una frase che gli fu dedicata: ‘Fu l’incantatore della nostra giovinezza”. Il suo esempio ci chiede di pensare a un’Italia più giusta, più umana. E ci ricorda che anche nei luoghi più semplici può nascere qualcosa di grande”.
Arriva anche il messaggio del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Con la stessa passione con cui ha amato e servito la sua terra, Fiorentino Sullo ha contribuito a plasmare una nazione più equa. La sua politica è stata sempre orientata verso la creazione di una società capace di superare le difficili sfide economiche e sociali del dopoguerra, senza mai cedere alla tentazione di facili consensi o compromessi superficiali”.
“Un esempio della sua lungimiranza fu la proposta di riforma urbanistica, una visione innovativa e coraggiosa che purtroppo non trovò allora la giusta accoglienza nelle forze politiche dell’epoca – prosegue Piantedosi -. Eppure, oggi più che mai, in un’epoca in cui il tema dell’urbanizzazione incontrollata, della speculazione edilizia e della sostenibilità ambientale è centrale, quella visione si rivela straordinariamente attuale, anticipando le sfide che il nostro Paese deve affrontare”.
Terminato il rito religioso, il feretro è stato trasferito al cimitero di Avellino.