di Virgilio Iandiorio
La notizia è di qualche giorno fa: in un paese dell’Est europeo per mancanza di sacerdoti, non si celebrano più messe. Mi si dirà che si tratta di casi limite, come quello del parroco di un paese del Veneto che voleva vendere la sua chiesa perché non aveva più fedeli che la frequentavano.
Se ci affidiamo solamente ai numeri e alle statistiche, potremmo dire che nelle parrocchie piccole o grande si soffre sia la mancanza di sacerdoti, sia l’assenza dei fedeli. Eppure c’erano da tempo segnali non registrati dalle statistiche, che avrebbero dovuto indurci a qualche riflessione.
Io ricordo che, da ragazzino, si giocava, divisi in piccoli gruppi, a saltare in groppa sui compagni che avevano il ruolo di portare la soma e poi, se non si riusciva a rimanere saldi sulle loro spalle, si passava dal ruolo di portatore a quello di portato. Il gioco si chiamava “San Giorgio”. Anche quando si giocava a Tana, cioè a nascondino, il compagno, che doveva andare a trovare dove si erano nascosti gli altri, si copriva gli occhi con le mani per evitare di vedere dove fossero rintanati. E tutti si invocava l’aiuto di Santa Lucia, protettrice degli occhi, affinché punisse il compagno se avesse sbirciato. Poi si è perduta la memoria di tutto ciò.
Più di mezzo secolo fa si portava fin dai primi anni il senso religioso dell’esistenza e ci si affidava alla protezione dei Santi e della Madonna anche nei giochi da ragazzini. Crescendo d’età non cambiava la disposizione al sacro, con assidua frequenza a tutte le funzioni religiose che si tenevano nella chiesa parrocchiale, per non parlare delle processioni con i Santi Patroni.
Può sembrare paradossale, ma questo attaccamento alla religione si manifestava con le continue bestemmie dei ragazzi e degli attempati. Si era maschilisti anche in questo, perché era considerato sconveniente, e non solo volgare, che una donna bestemmiasse.
Da parecchio tempo, a questa parte, non si sentono più gli uomini bestemmiare. Potrebbe essere considerato un segno di civile comportamento, ma significa qualcosa di più. Se non si crede in qualcosa che senso ha bestemmiarla? E così siamo scivolati senza nemmeno accorgercene in un diffuso agnosticismo. Indifferenza per il sacro oggi, indifferenza domani, siamo giunti in un punto in cui la fede è soltanto un orpello, una esteriorità, talvolta una finzione.
Le moderne chiese e cattedrali sono i centri commerciali, frequentati con assiduità e con rispettoso silenzio. Gli altari sono gli scaffali delle diverse merci esposte, davanti ai quali non ci si inginocchia ma con devozione si prende il prodotto occorrente, lo si ripone nel carrello della spesa e, quasi quasi, lo si fa benedire alla cassa.