di Rosa Bianco
Con il prestigioso debutto dell’Orchestra Sinfonica 131 della Basilicata sul palcoscenico del Teatro Eliseo, si è aperta ieri sera con straordinario successo la Terza Rassegna “Sinfonie d’Autore” dell’Associazione Zenit 2000. L’evento inaugurale, intitolato “Europa e America a confronto”, ha offerto al pubblico un’esperienza artistica di rara intensità, in equilibrio tra raffinatezza europea e modernità d’oltreoceano.
Sotto la direzione ispirata del M° Massimo Testa, l’ensemble lucano ha dato vita a una narrazione sonora avvincente e profonda, impreziosita dalla presenza dei solisti Giovanni Masi e Vincenzo Caiafa, autentici interpreti di carisma e sensibilità. Particolarmente applaudita è stata l’esecuzione del Doppio Concerto “The Book of the Signs” di Leo Brouwer – una delle rarissime occasioni di ascolto in Italia e nel mondo dell’opera del compositore cubano, figura chiave nel dialogo tra le tradizioni musicali continentali.
Il programma, completato da pagine selezionate di Ernani Aguiar e Gustav Holst, ha saputo mantenere una tensione poetica costante, tracciando un sentiero immaginifico tra le culture dei due emisferi. L’eleganza timbrica dell’orchestra e la sintonia tra i due chitarristi hanno confermato la vocazione della Rassegna a proporsi come crocevia di eccellenze, ricerca e visione internazionale.
Sostenuto dal Ministero della Cultura, dalla Regione Campania e dal Comune di Avellino, e realizzato in collaborazione con l’Associazione Per Caso sulla Piazzetta, il circuito Castelli d’Irpinia®, AIAM e Sistema MED Campania, il progetto “Sinfonie d’Autore” si conferma un presidio culturale di altissimo profilo, in grado di valorizzare il territorio irpino attraverso le voci più autorevoli della musica colta contemporanea.
Il pubblico accorso numeroso ha tributato un lungo applauso finale, segno tangibile della gratitudine verso chi, con passione e rigore, ha saputo portare ad Avellino una serata che resterà nella memoria culturale della città. Il confronto tra Europa e America, ieri sera, non è stato una sfida, ma un abbraccio armonico capace di raccontare, in note, la bellezza della diversità.