La movida estiva che è tornata nel centro storico di Avellino ha un doppio volto: da una parte la cosiddetta “economia della notte” che riporta un po’ di vita nelle strade cittadine e un po’ di soldi nelle casse dei commercianti della zona, ma dall’altra i rumori e gli schiamazzi che fanno impazzire i residenti. Qualcuno se ne fa una ragione e abbozza, qualcun altro si arma di santa pazienza e inizia il giro delle sette chiese per sperare di mettere un tappo a tutta quella straripante e chiassosa vita dell’Avellino di Notte. E’ il caso di una famiglia che risiede proprio nel cuore del “rinato” centro storico, e che da quando è esplosa l’estate non riesce più a chiudere occhio. E non solo: ha denunciato pure di aver subito un’aggressione da un gruppo di ragazzini ubriachi armati che hanno incrociato davanti al portone rincasando una di queste sere. Un’aggressione aggravata dal fatto che uno di questi ragazzini pieni di alcol ha cacciato pure un coltello. E un’altra denuncia l’hanno presentata anche al Comune e ai vigili urbani, sottolineando che non c’è alcuna delibera o determina che autorizza tutto quel fracasso ogni notte, dal martedì alla domenica.
Del caso sono stati avvisati oltre che gli uffici comunali e dei vigili urbani, anche la questura e la prefettura. La questione è complicata, tocca diversi aspetti della vita cittadina: riguarda la legge, il buonsenso, la civiltà, la tolleranza, la capacità di convivere e condividere uno spazio, in questo caso il cuore storico della città, cercando di far coincidere due libertà apparentemente inconciliabili. Di sicuro nessuno potrà mai rivendicare la libertà di aggredire, coltello alla mano, una famiglia che rincasa.