I consultori compiono oggi 50 anni. Il 29 luglio del 1975 il Parlamento approvò la legge n.405, grazie alla mobilitazione dei movimenti femministi e per il diritto alla salute. Tra quelle donne c’era Rosetta D’Amelio. Alla luce di anni di impegno in politica e nelle istituzioni, oggi nel ruolo di delegata alla Regione Campania per le Pari opportunità, traccia un bilancio in occasione di questo anniversario, sottolineando come quella sia stata una «legge straordinaria».
«Allora i consultori dipendevano dai Comuni con le ex Usl, per quanto attiene il personale sanitario, poi c’era una parte importante in cui Comuni e associazioni di donne facevano parte dei comitati di gestione dei consultori. In quegli anni le donne erano protagoniste di tante battaglie, ed entrarono a pieno titolo nei comitati di gestione. Quello divenne uno strumento democratico, di controllo dal basso».
Così Rosetta D’Amelio, che continua a ricostruire pezzi della nostra storia: «Nel corso degli anni i consultori sono passati direttamente alle ex Usl e senza più i comitati di gestione, in qualche modo trasformati in poliambulatori. C’è poi il caso di Lioni: il primo consultorio nasce un mese dopo il 23 novembre 1980, sotto una tenda, tra le macerie del terremoto, sotto la gestione comunale, e diventa punto di riferimento delle donne senza più casa e famiglia, dei bambini senza genitori. In quella immane tragedia, quella fu un’esperienza molto coinvolgente, che andò avanti per anni – ricorda ancora l’onorevole D’Amelio – poi però molti consultori nel corso degli anni si sono snaturati, altri sono stati soppressi, mentre prima la norma ne indicava uno ogni diecimila abitanti. Nel corso del tempo hanno assolto più alla funzione di poliambulatorio che di consultorio».
Cinquant’anni dopo, la visione è chiara, assicura la delegata alle Pari opportunità: «In vista dell’insediamento di Concetta Conte alla guida dell’Asl di Avellino, chiederò un incontro sul punto specifico, assieme anche ai comuni da coinvolgere, sapendo dei finanziamenti in Regione vincolati per il materno-infantile. Credo che tante attività vadano potenziate: gli screening, i servizi di ecografia, la prevenzione, assieme a tutta l’assistenza legata alla maternità, alla fertilità.
Dobbiamo riprendere questa battaglia: con la crisi sanitaria che spinge per la privatizzazione, questa è l’unica struttura dove non si paga il ticket; si garantisce così un servizio anche a donne immigrate e famiglie e bambini in povertà. Mai come in questo momento, tra fasce di povertà, liste d’attesa, aumento della popolazione anziana, bisogna chiedere un forte rilancio, e partendo proprio dalla Regione Campania, che ha parlato al Paese quando ha presentato in ogni parte d’Italia i nostri consultori. Con un punto fermo, la prevenzione: dobbiamo rilanciare i consultori, perché le donne non rinuncino al diritto alla salute per problemi economici, come purtroppo accade».