E’ stato il poeta e paesologo Franco Arminio a ricevere il premio “Procida Isola di Arturo – Elsa Morante” per la sezione Poesia. Una scommessa, quella del premio letterario Procida, nata a pochi mesi dalla scomparsa della scrittrice, primo riconoscimento in Italia dedicato alla figura di Elsa Morante, con lo scopo di raccontare i protagonisti del panorama culturale e di fare della letteratura strumento di valorizzazione del territorio. Alla sezione Narrativa si sono affiancate negli anni molteplici sezioni speciali attraverso cui il Comune di Procida premia personalità del mondo della Cultura.
“Quest’anno siamo onorati e felici di assegnare la sezione “Poesia” a uno dei più importanti poeti del nostro tempo, Franco Arminio”, spiega Michele Assante del Leccese, delegato alla Cultura. “Per la profonda sensibilità che emerge dalle sue opere, per l’attenzione che riserva da sempre ai piccoli centri, alla narrazione del territorio, esplorando le zone di confine tra il passato e il presente, dando voce a luoghi a volte dimenticati o inventandosene di nuovi, poetici e stupefacenti come in Caraluce”.
Grande l’emozione di Franco Arminio “In questo tour infinito accade anche di essere premiati nella propria regione. Il premio Elsa Morante alla Poesia ricevuto a Procida si aggiunge al Premio Napoli alla cultura. E io continuo a scrivere perché voglio capire meglio il mondo e voglio far capire cosa ci faccio nel mondo”. Particolarmente apprezzata la sua ultima raccolta “Caraluce” che consegna ritratti di paesi immaginari, fondendo realtà e fizione, attraverso uno sguardo che pone l’accento sulla straordinaria ricchezza e insieme sulle contraddizioni delle aree interne. Da anni Arminio è impegnato, attraverso, poesia, narrativa e saggistica, nel racconto dei piccoli centri, nel tentativo di rovesciare la narrazione dominante che vuole i borghi abbandonati a loro stessi, incapaci di trattenere i loro giovani e costruire il proprio futuro. Centrale in questo impegno il ruolo della poesia che diventa strumento centrale di questo processo, mostrando la sacralità dell’uomo, della natura e delle piccole cose quotidiane che danno senso all’esistenza, consegnando la possibilità di una diversa visione che riparta dal valore delle relazioni.