Alto Calore ha terminato il suo lavoro. Nel senso che ha ratificato gli aumenti delle tariffe delle bollette di poco più del venti per cento. Ma basterà a raddrizzare la baracca, anzi il baraccone, sulla pelle dei cittadini? I quali, mai come questa volta, ai sentono presi in giro da verità nascoste che, però, i Comitati fanno venire a galla.”Uniamoci per l’acqua” mette le cose in chiaro per definire“la verità dietro l’aumento”. E spiega quello non è possibile sapere, cominciando dall’inizio di questa”incresciosa”vicenda:
“L’Alto Calore è in concordato preventivo: il Tribunale di Avellino, nel 2024, ha omologato un piano che riduce i debiti da oltre 200 milioni a 107 milioni( che sempre tanti sono, ndr)da restituire tra il 2025 e il 2028”. E Acs vuole fare in questo modo:”Per riuscirci, l’azienda conta su quattro voci:
13 milioni di risorse interne (accantonate prima del 2022);
49 milioni dalla Regione Campania come ristoro per l’acqua data alla Puglia;
25 milioni dal recupero delle morosità;
20 milioni di taglio ai costi operativi”. È un quadro che, a prima vista, sembra ordinato.
“Ma basta leggere con attenzione per capire – continua il Comitato -che siamo davanti a un equilibrio sulla carta: i 49 milioni regionali non sono un assegno in bianco, ma fondi da sbloccare politicamente e tecnicamente;
I 25 milioni di crediti da riscuotere non sono garantiti: recuperare dalle utenze morose (molti Comuni, anche grandi) è storicamente difficile;
I 20 milioni di risparmi richiedono una riorganizzazione radicale, ancora tutta da dimostrare;
Le risorse interne si bruciano in un attimo se non c’è un’inversione strutturale della gestione.
In questo contesto, arriva l’aumento tariffario del 20,8% sui consumi 2025 (solo per Alto Calore, in Irpinia e in 31 comuni del Sannio). Ce lo vendono come “fondamentale per l’equilibrio economico-finanziario” e “chiesto da ARERA”, ma non spiegano quanto frutterà realmente e come inciderà sui 107 milioni del piano di rientro”. Secondo il Comitato”di fatto, è un aumento che serve a coprire i costi correnti e a tappare falle, non a risolvere la radice del problema”. Una toppa, insomma, che non riesce a chiudere il buco “del disavanzo.
“E intanto, sul fronte delle perdite di rete (70%), il Piano degli Interventi 2024–2027 promette 170 milioni di investimenti – continua Uniamociperl’acqua -. Ma sono opere di lungo periodo: mentre aspettiamo, la crisi idrica continua e i cittadini pagano di più per un servizio peggiorato.
Il paradosso è che tutte queste strutture – Alto Calore, EIC, Regione, governance varie – le manteniamo noi con le bollette”. Da oggi bisogna contare e non soltanto pagare. O votare senza decidere.”E loro sanno bene che dopo qualche giorno di sfogo sui social, tutto tornerà come prima”.
Allora è necessaria”una vera mobilitazione. Non solo “informare” – cosa che come Comitato “Uniamoci per l’Acqua” facciamo da un anno – ma passare alla lotta: scendere in piazza, far sentire la nostra voce, chiedere conto euro per euro.
Il 27 agosto si riunirà il Consiglio dell’Ente Idrico Campano (Distretto Irpino). Portiamoci lì con la stessa energia con cui scriviamo indignati sui social. Perché se non ci siamo noi, questi non si fermano”.