di Virgilio Iandiorio
Si è conclusa ieri a Candida la diciannovesima edizione di “Storia, Luoghi, Sapori e Arti Antiche”, promosso dalla locale Pro Loco, con l’intento di valorizzare la parte più antica dell’abitato, quella arroccata intorno al castello, che un tempo dominava la piazza sottostante.
Tre giorni di festa con degustazione di piatti tipici e vino locale, mostre fotografiche, rievocazione di antichi mestieri, spettacoli di artisti di strada.
Nel 1987, erano passati appena pochi anni dal terremoto e c’era nei paesi tanta voglia di fare, di trasformare una disgrazia, come quella del sisma del 1980, in un’occasione di rinascenza.
In quegli anni a Candida era parroco Mons. Nicola Gambino, che ovunque è stato chiamato a provvedere alla cura delle anime, non ha fatto mai mancare il suo incoraggiamento a studiare il proprio paese.
Con l’aiuto della locale Amministrazione Comunale pubblicò un libro dal titolo semplice Candida. Don Nicola coinvolse nell’impresa l’allora sindaco Sabino Albanese, Alessandro Bruno responsabile del Centro Socio-culturale Phoenix, e i poeti in erba Lucia Cutillo, Elena Albanese, Marianna Penza, Polcaro Palma Stella, Giuseppe Cannas, Antonietta Cataldo, Isabella Mongiello, Giovanni Di Noia, Franco Gelsomino, Carmine Ferrara, Fabrizio di Noia, Massimo Cutillo, Fausto Picone, Nicola Petruzziello, e, per i grafici, l’Ufficio Tecnico Comunale e l’ architetto Gennaro Romano il geometra Angelo Iantosca, per i disegni, il prof. Alfonso Caputo, Giovanni Iantosca, Gerardo Bruno, Carmine Romano.
Il nostro parroco si riservò il compito di corredare il tutto con le notizie storiche raccolte da fonti sicure, ma anche di aggiungere considerazioni derivate dall’osservazione di fatti che sono sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo finiscono con il passare inosservati.
“Avete mai pensato -scriveva Mons. Gambino– al valore di documento storico che ha il percorso delle processioni religiose? Alcuni sono stati modificati per eccessivi devozionalismi e per raccogliere soldi dai devoti. Invece è rimasto indenne da tali guasti e molto più legato alla tradizione antica l’itinerario seguito dalla processione del Corpus Domini. Teniamolo presente per risolvere qualche difficoltà che si presenta nella lettura dell’impianto urbanistico della zona del castello…Quando il paese ha cominciato a incrementarsi demograficamente, e ciò corrisponde grosso modo ai secoli XII-XIII, dopo aver occupato gli spazi disponibili sulla collina, le famiglie bisognose di casa hanno costruito un borgo ai suoi piedi [del castello] e verso mezzogiorno. Così si è aggiunto un gruppo di case disposte a forma di una mezza luna a quella parte di paese già fortificato.
Però non si potevano lasciare queste famiglie senza difesa, perché erano ancora tempi difficili e addirittura burrascosi al tempo dei Filangieri, soprattutto del barone Filippo Filangieri (+ 1372). Allora fu sistemato l’accesso in questo modo: all’imbocco di via Toppole fu costruita un’opera di difesa per un’altra porta d’ingresso a quota bassa, ai piedi del paese”.
Alla sua maniera Mons. Gambino invitava i suoi parrocchiani, ma invita anche noi oggi, a non trascurare nessun aspetto della vita del paese. Gli abitanti di Candida, Infatti, hanno lasciato i segni della loro presenza anche in un itinerario processionale.
Ben vengano le feste, se ci aiutano a capire quello che c’è stato e come sono cambiati i nostri paesi, che sono come un libro di storia posto davanti ai nostri occhi, ma che attende di essere letto, anche nelle note.