Non si rassegnano a un destino già scritto i vescovi delle aree interne e portano avanti la loro battaglia, attraverso proposte e idee per una pastorale legate ai territori periferici. Questa mattina si sono ritrovati al Centro La Pace a Benevento oltre trenta presuli, provenienti da undici regioni. Con loro l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, che concluderà domani la due giorni con il suo intervento. Dallo spopolamento alla qualità dei servizi, dalle scuole ai trasporti, tanti gli spunti che hanno caratterizzato il confronto che porterà alla redazione della lettera appello a Governo e Parlamento, che sarà diffusa domani, contestualmente alle successive tappe del Cantiere nazionale, costituito nel novembre 2024. “L’obiettivo – spiega il vescovo di Benevento Felice Accrocca – è delineare una proposta pastorale per territori segnati da spopolamento e fragilità, alla luce del recente Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne. Non ci rassegniamo a una fine già segnata, continuiamo a impegnarci per il bene di tutti”. “Nella giornata di oggi – prosegue Accrocca – ci siamo soffermati su alcune buone prassi di azione pastorale attuate in differenti regioni d’Italia, che evidenziano sempre di più l’esiguo numero dei sacerdoti e l’importanza del coinvolgimento dei laici in ruoli di responsabilità. Non possiamo assistere inerti all’abbandono di questi territori, è evidente che le aree interne sono caratterizzate da tante criticità ma anche enormi potenzialità. Basti pensare alla crisi che vive la città, percepita sempre più come poco sicura. Di qui la sfida a cui è chiamata la politica di proporre un progetto serio per rilanciare questi territori che possono rappresentare un’alternativa al caos delle città. Ma è chiaro che la politica fa fatica a progettare guardando ai temi lunghi. Domani presenteremo il documento indirizzato al governo sottoscritto da oltre 130 presuli, tra vescovi e sacerdoti, quasi dalla metà della Conferenza Episcopale. La sinergia con le istituzioni, le associazioni, le amministrazioni locali è fondamentale, lo testimonia il sostegno di realtà come l’Anci che ci accompagnano in questo cammino”
Sempre domani, nel corso della seconda giornata del meeting, di fronte al quadro delineato dal Piano strategico nazionale delle aree interne, recentemente pubblicato, e alle prospettive che delinea, si terrà contestualmente una sessione straordinaria del Forum delle aree interne, durante la quale avverrà un confronto con l’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e aree fragili”. Si discuterà in particolare degli ostacoli che si frappongono all’applicazione concreta delle numerose iniziative legislative oggetto di uno studio proposto dallo stesso Forum. La data della sessione ordinaria del Forum (dedicato quest’anno a “La sfida della bellezza e il futuro creativo”), fissata per il 25 e il 26 settembre nel complesso dell’ex seminario arcivescovile al viale degli Atlantici di Benevento.
A ribadire la necessità di restare uniti Uncem, presente con Vincenzo Luciano, Vicepresidente nazionale Uncem e Presidente Uncem Campania, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem. “Vogliamo camminare insieme nel ripensare il modello organizzativo istituzionale dei Comuni, ma pure delle Parrocchie, delle Pro Loco e delle Associazioni del terzo settore sulle Alpi e sugli Appennini, in una logica nuova. Che è quella del NOI. Soli siamo perduti. Piccolo non è bello. Sindaci e Parroci non sono eroi, bensì attori di un cambiamento e costruttori di comunità. Costruttori del Camminare insieme, come vuole il Sinodo sulla Sinodalità. Come si sta insieme appunto, come siamo ancora. Tutti dobbiamo ripensarci. La parola spopolamento non ci rappresenta, come Uncem afferma nel Rapporto Montagne Italia. I fenomeni sono più articolati. E vanno studiati meglio. Non siamo vittime dello spopolamento. Siamo attori del neopopolamento, nuovi flussi che arrivano nelle Alpi e negli Appennini. Come siamo ancora con un neopopolamento che riparte proprio dalle zone più fragili dell’Appennino. Dobbiamo crederci, impostando meccanismi di ripensamento dei servizi alle comunità e nuovi sistemi fiscali, perequativi. Nuovi accordi con le Città che non possono girarsi dall’altra parte. Hanno sfide che vinciamo insieme. Lo dobbiamo dire e fare con la Conferenza Episcopale italiana, naturalmente con Governo, Parlamento, Regioni. Gli Enti locali montani sanno che devono lavorare di più e meglio insieme. Noi ci siamo. Facciamo un salto di qualità in questo NOI. Lo confermeremo ai Vescovi. Serve una nuova alleanza, che già di fatto abbiamo sancito. Ci crediamo perché la comunità è una, di credenti o non credenti poco importa. Una sola, che impara a camminare insieme e a essere ancora”.