E’ in corso l’assemblea dell’Alto Calore sull’aumento delle tariffe idriche. Tra le varie mozioni portate sul tavolo della discussione anche quella dei sindaci contrari all’incremento delle tariffe, capitanati dal sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo. Di seguito riportiamo il documento che alla fine dell’assemblea sarà messo ai voti.
IL DOCUMENTO DEI SINDACI CHE SI OPPONGONO ALL’AUMENTO DELLE TARIFFE
I sottoscritti Sindaci, in rappresentanza dei Comuni soci della società Alto Calore Servizi S.p.A., in relazione al deliberato dell’EIC – Ente Idrico Campano, sede di Avellino – del 7 agosto 2025, con cui si è determinato l’aumento delle tariffe idriche
Premesso che
sono ben consapevoli che l’attuale stato di crisi della società Alto Calore, che ha condotto all’omologa del concordato preventivo, non è riconducibile alle gestioni più recenti, ma deriva da decennali negligenze e gestioni a dir poco non attente;
non appare oggi utile, né opportuno, insistere nella ricerca di responsabilità pregresse, atteso che i Sindaci, con senso di responsabilità, hanno più volte deliberato di favorire la prosecuzione dell’attività di Alto Calore S.p.A.;
è comunque evidente che errori del passato, compiuti a danno ed all’insaputa dei cittadini, non possono oggi ricadere sugli stessi attraverso ulteriori penalizzazioni, in quanto l’aumento spropositato delle tariffe ricadrebbe esclusivamente sugli utenti, addossando loro responsabilità che non appartengono alle comunità locali;
Considerato che
la crisi finanziaria dell’Alto Calore già si sta riflettendo quotidianamente sulle nostre comunità, a causa delle continue interruzioni idriche comunicate dalla società, soprattutto nel periodo estivo, con gravissimi disagi alle utenze domestiche, commerciali ed industriali;
i principi fondamentali del Servizio Idrico Integrato (efficienza, efficacia, economicità), richiamati dalla legge regionale n. 15/2015, risultano oggi ampiamente disattesi;
sebbene l’attuale management stia ponendo in essere sforzi significativi sul piano dell’economicità, altrettanto non può dirsi per efficienza ed efficacia del servizio;
in tale contesto, un considerevole incremento tariffario appare ingiustificato, inopportuno, addirittura immorale, nonché lesivo dei diritti dei cittadini;
Rilevato che
nessuna discussione preventiva è mai stata avviata sull’aumento tariffario prima della riunione EIC di Avellino del 7 agosto 2025;
né nel bilancio 2024, né nella relazione sulla gestione, né nella proposta di concordato preventivo e relativo decreto di omologa, né nel piano industriale 2023, si rinviene un riferimento ad incrementi tariffari nelle misure annunciate;
le previsioni contenute nei documenti societari si limitano a modesti adeguamenti (3,5%) collegati in un primo momento al solo maggior costo energetico del 2022 (confronta nota integrativa bilancio e proposta di piano concordatario) ed in un secondo momento alla copertura parziale del piano di investimento a farsi (confronta integrazione piano industriale di giugno 2023) e non certo agli incrementi previsti nel deliberato EIC del 7 agosto pari a: 9,94% nel 2025, 9,93% nel 2026 e 15,97% nel 2027;
un aumento così sproporzionato aggraverebbe la difficoltà di riscossione dei crediti, considerata nei documenti dallo stesso Alto Calore prodotti come una delle concause determinanti della crisi finanziaria del gestore, accrescendo la morosità e riducendo la capacità di incasso della società, con effetti contrari a quelli sperati;
Tutto ciò premesso, considerato e rilevato, i sottoscritti sindaci precisano che:
non è vero che l’approvazione del bilancio 2024 abbia implicato il consenso degli enti soci agli aumenti tariffari come deliberati dall’EIC il 7 agosto 2025;
non è vero che l’approvazione del concordato preventivo abbia determinato condivisione dell’aumento tariffario oggi deliberato di cui sopra;
non è vero che la prosecuzione dell’attività di Alto Calore e la corretta esecuzione delle condizioni del concordato preventivo omologato dal Tribunale di Avellino siano condizionate da tali incrementi tariffari, poiché esse si fondano su ben altri elementi costitutivi (misure quali trasferimenti regionali, efficientamento energetico, gestione crediti, investimenti sulle reti, ecc.);
Alla luce di quanto sopra, gli scriventi Amministratori
chiedono che venga emendata la delibera del 7 agosto 2025, evitando incrementi tariffari spropositati e lesivi per i cittadini ivi previsti, previa convocazione di un’assemblea dei soci di Alto Calore avente funzione deliberativa;
propongono di contenere eventuali adeguamenti entro la misura del 3,5%, così come previsto nel piano industriale aggiornato a giugno 2023 e già valutato dal Tribunale in sede di omologa;
in via subordinata sollecitano l’applicazione della legge regionale n. 15/2015 con l’introduzione della tariffa unica, quale strumento di perequazione virtuosa che non penalizzi ulteriormente le comunità irpine;
propongono inoltre l’ampliamento del periodo di esecuzione del concordato oltre il 2027, in coerenza con la durata dell’affidamento del servizio idrico integrato, per dare stabilità e sostenibilità alla gestione.