“Restituire alla morte una dimensione di umanità”. Lo sottolinea con forza l’arcivescovo Vincenzo Paglia nel presentare a Pietrastornina il volume “Destinati alla vita”, nel corso di un confronto con il ministro Matteo Piantedosi, moderato da Franco Genzale, promosso dal Circolo Petrastrumilia. “Sono contro l’eutanasia e il suicidio assistito – spiega Paglia – ma anche contro l’accanimento terapeutico. Sono convinto che, se la legge sul fine vita si deve fare e ritengo si debba fare, non debba essere divisiva ma debba essere il risultato della massima convergenza di forze. Credo che l’unica strada possibile sia quella dell’alleanza terapeutica, quella del fine vita è una decisione che spetta alla comunità, al paziente con il medico, gli amici e gli affetti più cari, la dimensione da privilegiare è quella dell’accompagnamento, la legge deve garantire a tutti la possibilità di essere accompagnati negli ultimi momenti della propria vita, di non essere soli di fronte alla morte. Poichè, se accompagnati, possiamo sopportare meglio anche la sofferenza. Tenersi per mano nel momento della morte è ciò che più conta. Mentre nella società di oggi a prevalere è l’individualismo e si perde il valore della relazionalità”. Sottolinea come “Ognuno vuole morire a modo suo e ha un suo modo di sopportare la sofferenza. Ma certo, se potessimo tornare a morire a casa e non intubati in ospedale, servirebbe almeno un po’ ad alleviare l’angoscia della morte”.
Ribadisce come “Sulle cose ultime la legge è sempre penultima, è difficile che una legge possa dirimere una questione così complessa ma non dobbiamo lasciare alla legge la responsabilità di accompagnarci alla fine della nostra vita. Perché se lasciata a sè stessa, diventa solo un modo per lavarsi le mani delle proprie azioni”. Spiega come “Altro tema è quello delle cure palliative, la terapia del dolore fa miracoli ma il dato di fatto è che mancano nel 70’% del territorio mentre bisogna investire sempre di più su di esse”. Quindi si sofferma sul tema cruciale degli anziani “Il Covid ci ha mostrato un mondo di cui non eravamo a conoscenza, per la prima volta ci troviamo di fronte al fenomeno dell’invecchiamento di massa, siamo quattordici milioni di anziani, un’età troppo spesso dimenticata, su cui non esiste un pensiero né culturale, né politico, un’età che non è scarto ma risorsa. Lasciatemi dire che ‘vecchio è bello’. E’ indispensabile pensare agli anziani come collegati alle altre generazioni. Basti pensare al tempo che i nonni possono dedicare ai nipoti e sono convinto che possa rappresentare un valore anche in termini di sapienza e spiritualità, mostrando che la morte non è la fine ma un passaggio. Gli anziani hanno una grande responsabilità verso le nuove generazioni perché comprendano che bisogna vivere non solo per sè stessi. Sono convinto che la primavera degli anziani sconfiggerà il calo demografico”.
Punta l’indice contro le Rsa “poichè gli anziani vogliono stare a casa. E se vengono curati a casa, si spende meno” Sottolinea il valore della legge 33/2023 che introduce una riforma nelle politiche a favore degli anziani, garantendo una più equa assistenza, “anche se ho dei dubbi sulla sua concreta attuazione. Esistono oggi milioni di anziani soli. Di qui l’idea di favorire la nascita di piccoli gruppi di anziani che potrebbero vivere con l’aiuto di giovani legati al terzo settore. C’è bisogno di una rivoluzione culturale e politica, la società deve avere cura dei suoi anziani. Se non inventiamo una vecchiaia degna, che futuro ci sarà per voi figli e nipoti?”. E pone l’accento sull’importanza di una legge che guardi agli anziani dei piccoli paesi “Proprio da qui può arrivare un esempio positivo”. Ribadisce, infine, il valore dell’incontro “unico argine all’individualismo che è alla base di guerre, femminicidi e violenze e impone di prevalere tutti i costi. Mentre il Paradiso è nel dialogo, nell’abbraccio”
Il ministro Piantedosi sottolinea la capacità del vescovo Paglia di conciliare le esigenze della Chiesa e uno sguardo capace di aprirsi ai bisogni della società di oggi, riconosce come il fine vita sia un tema di grande complessità “Spesso mi ritrovo ad essere perplesso di fronte a semplificazioni eccessive. Compete al potere temporale la capacità di fare sintesi tra esigenze diverse”. E sulla terza età “l’invecchiamento della popolazione, con una percentuale di over 65 che ha raggiunto in Italia quota 24%, riguarda tutto l’Occidente e incide su temi come sanità e assistenza. E’ un nodo centrale di cui lo Stato dovrà occuparsi. Ogni società non può prescindere da una risorsa così importante”