L’aumento della tariffa idrica non si ferma, e non si sospende. Va avanti. La mozione presentata dal Presidente della Provincia Rino Buonopane non passa, seppure di poco. L’assemblea dei soci dell’Alto Calore – i sindaci –, convocata dal manager Antonello Lenzi, non ha votato a favore: si era costituita col 81,67 per cento, necessario il 44,84 per l’approvazione della mozione Buonopane: favorevole solo il 40,01 per cento dei sindaci. Per poco non è passata neppure una seconda mozione presentata dal sindaco di Taurasi, Antonio Tranfaglia, che chiedeva la sospensione dell’aumento della tariffa.
Alla mozione Buonopane era stata aggiunta anche quella presentata dal sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo. Entrambe simili.
“Ci è stato spiegato che l’aumento della tariffa era un passaggio obbligato ma non è accettabile un aumento fino al tetto massimo. E poi tutto è stato deciso ad agosto, senza condivisione alcuna da parte dei sindaci. Né possiamo tollerare risposte che offendono l’intelligenza degli amministratori e della comunità”.
Secondo il presidente della Provincia e sindaco di Montella, la soluzione non può essere per forza quella di aumentare la tariffa idrica, scaricando le responsabilità di una gestione sofferente sui cittadini. “Ho ringraziato Lenzi per aver convocato quest’assembla e ho posto una mozione”. Niente da fare.
Buonopane si dice scettico sulla possibilità che la soluzione possa arrivare dai ristori della Regione, come annunciato dai consiglieri regionali Maurizio Petracca ed Enzo Alaia di Italia Viva. E chiarisce: “I sindaci devono assumersi le loro responsabilità”.
L’aumento della tariffa il 7 agosto è già passata nel Consiglio di Distretto Irpino: la proposta è stata approvata in seconda convocazione con 12 voti favorevoli su 25): un rincaro del 20,8 % a partire dal 2025.
La delibera approvata prevede una proiezione tariffaria significativa: +20 % in due anni (2025–2026), seguita da ulteriori aumenti stimati tra il 9,95 % e il 15 % nei successivi due anni.
“Sono stato semplicemente dispiaciuto nel vedere molti amministratori – afferma Buonopane – abbandonare l’assemblea prima del voto, sarebbe stato più corretto rimanere e votare, anche contro. Ricordo bene che l’assemblea era gremita, poi in tanti sono andati via. Ora dovranno spiegare alle proprie comunità le posizioni assunte o la scelta di non partecipare al voto. La vicenda della tariffa – incalza – è stata gestita male, senza condivisione, senza un’analisi approfondita da parte del Distretto irpino. Si è scelto inoltre di tenere fuori il Distretto sannita”.
Nell’assemblea la stragrande maggioranza degli amministratori sanniti ha infatti votato a favore della mozione Buonopane.
Per Buonopane l’aumento della tariffa è una questione che non va strumentalizzata politicamente: Ai sindaci pd che hanno lasciato l’assemblea: “Sono amministratori non del mio Pd. Sono gli stessi che si sono riuniti a via Tagliamento senza che io fossi invitato.
Intanto – dice Buonopane – la proposta tariffaria andrà a ratifica il 27 -, le azioni contano più dei fatti”. E ribadisce: “Non sono contro questa gestione Lenzi, dico solo che si poteva valutare meglio l’aumento tariffario in maniera che non incidesse in modo così impattante sulle comunità”.
In realtà la mozione può interpretarsi anche come un tentativo di sfiducia sostanziale al manager Lenzi, scelto all’epoca dai soci dell’ente di Corso Europa, supportato dai consiglieri regionali Maurizio Petracca del Pd ed Enzo Alaia di Italia Viva. Buonopane non era allineato allora, così come non lo è oggi con la segretaria dem di Via Tagliamento.
Certo, c’è anche questo, la politica non può prescindere da Alto Calore e Alto Calore dalla politica.
Nel merito resta il fatto che l’aumento della tariffa è abnorme e i rubinetti sono spesso a secco.
“E’ stata scritta una pagina di grande trasparenza, abbiamo offerto un’informativa dettagliata, anche se forse tardiva” dice Lenzi. “Abbiamo legittimato tutte le posizioni, non abbiamo fatto ostruzionismo, mi sono assunto la responsabilità di ritenere ammissibili tutte le mozioni presentate.
Oggi non ci sono deliberati impeditivi alla prosecuzione del percorso intrapreso ma è chiaro che un management responsabile deve fare le sue valutazioni.
Abbiamo già messo in campo con la Regione un confronto, porteremo avanti il nostro iter tenendo conto delle spaccature e delle diverse posizioni emerse nell’assemblea. Cercheremo di conciliare queste esigenze con la necessità di ristabilire l’equilibrio finanziario della società: la tariffa è funzionale a questo scopo”.
Il manger si dice convinto che l’iter legato agli aumenti possa subire una rivisitazione. “sia sulle modalità di approvazione che su tempistica e quantità. Nessun gestore dell’acqua gode nell’incrementare le tariffe, non possiamo non tenere conto delle reazioni delle comunità, se procedessimo in base ai tecnicismi saremmo pessimi amministratori.
E’ vero – continua – che abbiamo necessità di riequilibrare la società ma rappresentiamo i territori: l’Alto Calore ha una base sociale particolare, ecco perché faremo un altro passaggio con i soci nel definire la strategia”.
Ancora: “L’acqua, in quanto bene pubblico, dovrebbe essere gratis, sarei il primo ad esserne contento. Ma l’Alto Calore deve fare i conti con una situazione finanziaria difficile che viene da lontano”.
Sottolinea: “La Regione che ci sta affiancando, abbiamo messo allo studio soluzioni per avere finanza ponte fino a dicembre e posticipare l’aumento fino al 2026”.
La politica non c’entra: “Le fratture emerse nell’assemblea vengono da lontano, probabilmente solo acuite dalla vicina competizione elettorale regionalie. Io ho fatto i passaggi istituzionali necessari con tutti, presentando a tutti la posizione dell’Alto Calore, dai 5 Stelle al sindaco di Benevento Mastella”.
Lenzi non lascia, è certo: “Se percepissi la sfiducia da parte degli amministratori non esiterei a dimettermi e lo farei senza sbattere la porta”.
L’ultima parola sull’aumento della tariffa spetta all’Esecutivo Eic di mercoledì.