La assemblea che ci sarà tra qualche ora, nella sede dell’Eic, a Napoli segna una linea di non ritorno sulla decisione dell’aumento delle tariffe delle bollette dell’acqua. Il trenta per cento in più, negli anni a venire, ovviamente peserà molto sull’economia di famiglie e attività. Con la beffa, o aggravante, che la risorsa idrica certamente rimane allo stato attuale: cioè i rubinetti, in provincia ma anche nel beneventano restano, quotidianamente, ermeticamente chiusi. In attesa della riunione di oggi pomeriggio, prevista per le ore 15, interviene ancora il Comitato”Uniamoci per l’acqua” per il quale, questi aumenti,”non sono quelli che ci stanno raccontando”.”Altro che 48 euro all’anno -infatti fanno sapere dal Comitato -. Ci dicono che l’aumento delle tariffe dell’acqua equivale a “pochi spiccioli”. La realtà, numeri alla mano, è ben diversa”. E spiega:”Una famiglia tipo che consuma circa 150 mc annui oggi paga approssimativamente circa 300 euro solo per la quota variabile”. Annualmente è previsto l’aumento del 9,95 per cento in modo tale che, tra due anni, possa arrivare una bolletta di quasi 439 euro in più. Praticamente davvero insostenibile.”Rispetto ad oggi – scrive”Uniamoci per l’acqua ” – il 46 per cento in più e 138 euro in più all’anno”.
“E non finisce qui – prosegue il Comitato -: con questi incrementi il fatturato di Alto Calore supererà i cento milioni di euro in tre anni.
Soldi che usciranno dalle tasche dei cittadini, già messi in ginocchio dai disservizi quotidiani, condotte colabrodo e turnazioni senza fine”.”Un salasso strutturale” e non”un sacrificio simbolico”. Aggiunto alla beffa “della rete che resta vecchia, le perdite al 60% e le promesse di investimenti che si dissolvono nell’aria”. Servono, invece,”un piano di investimenti serio e trasparente. Fondi regionali, nazionali ed europei per rifare le reti”.”Uniamoci per l’acqua”, intanto, chiede come sta facendo da tempo, ai sindaci”soci dell’ACS di convocare consigli comunali aperti per discutere la crisi idrica strutturale”. Cosa che, nel corso di questa emergenza, hanno fatto in pochi. Il Comitato, quindi, conclude:”Non vogliamo pagare di più per avere sempre meno. L’acqua è un diritto. Non un bancomat”!