Arriva da Massimo Passaro, già dirigente del Centrodestra una riflessione sul centrodestra in città “Sono trascorsi troppi anni di un centrodestra in città incapace di organizzarsi, diviso da egoismi personali e privo di quella coesione necessaria per proporre un’alternativa credibile. Ogni volta che si avvicinano le elezioni comunali, assistiamo sempre allo stesso copione: un centrodestra che si risveglia negli ultimi trenta giorni, cercando all’ultimo minuto un candidato “della società civile”, demonizzando paradossalmente chi, con impegno e sacrificio, si occupa quotidianamente della città.
Come se occuparsi della cosa pubblica fosse un disvalore, mentre – al contrario – chi resta in disparte e magari intrattiene rapporti solo di convenienza con la politica, godendo di posizioni di rendita o di incarichi professionali, finisce per essere ritenuto il più adatto a governare. Non dovrebbe funzionare così.
Il centrodestra dovrebbe ripartire dalla propria classe dirigente, da chi continua a rappresentarlo pur senza ruoli istituzionali, costruendo un’alternativa vera, fondata sul lavoro quotidiano nei territori. Non basta scrivere sui social delle cose che non funzionano: occorre scendere in piazza, organizzare banchetti, ascoltare i cittadini nei quartieri e nelle contrade. Questo non può avvenire solo a ridosso del voto: deve essere un impegno costante, coordinato, continuativo.
E invece, ad ogni tornata elettorale, si parla genericamente di “alternativa”, senza costruirla davvero. Ma senza radicamento nei territori, l’alternativa non esiste. Ed è un peccato, perché oggi Avellino ha più che mai bisogno di un cambio di classe dirigente, di un centrodestra capace di governare davvero e non di affidarsi al “deputato di turno” che, in virtù di un ruolo passato, si erge a comandante bruciando ogni potenziale risorsa.
Neppure si può restare ancorati al solito candidato che per anni ha deciso di essere il volto del centrodestra, pur non avendo una vera storia di centrodestra, ma provenendo – come troppo spesso accade – da un’altra coalizione politica. Basta tentennamenti: si scelga, e si scelga presto. Serve una tavola rotonda per individuare il candidato più giusto, guardando a chi lavora giornalmente per la città, anche sacrificando il proprio lavoro e sopportando una sovraesposizione in termini di carichi e responsabilità professionali, spinti solo dall’amore per Avellino.
Un centrodestra forte deve puntare sui giovani di ieri che oggi sono adulti e professionisti, ma anche qui riemerge l’egoismo di chi pensa di dover essere leader a prescindere. Leader non ci si improvvisa: lo si diventa lavorando sul territorio, affrontando i problemi reali, accettando critiche e misurandosi con le difficoltà quotidiane.
Vorrei un centrodestra unito, che sappia scegliere un candidato con storia e cuore, capace di governare insieme a una squadra solida. Perché non conta tanto il nome del sindaco, quanto la forza e la compattezza della squadra che lo sostiene.
Abbiamo assistito fin troppe volte a professionisti del centrodestra che, per convenienza, si sono riciclati nel centrosinistra, abbandonando i compagni di percorso. Ma così non si costruisce nulla. È il vecchio “divide et impera”: dividere per consentire ad altri di governare.
Avellino merita di più. Merita un centrodestra finalmente unito, capace di dimostrare che un futuro diverso è possibile”