Cristina Puleo e Andrea Razeto, meglio conosciuti come Borghingordi, sono due influencer innamorati dei borghi italiani e della loro autenticità. Viaggiatori instancabili, curiosi e “ingordi” di esperienze e sapori, da anni raccontano angoli d’Italia che spesso sfuggono al turismo di massa. Il 29 settembre 2024 hanno deciso di fare un passo in più, lanciando sulla loro pagina Instagram il progetto “Divers-Italia”, una rubrica mensile che punta a riscoprire le dieci province meno visitate del Paese.
«Il turismo è fondamentale per l’Italia, ma si concentra spesso in poche destinazioni, creando sovraffollamento e disagi per chi ci vive. Con Divers-Italia vogliamo dare visibilità a luoghi altrettanto belli, che hanno solo bisogno di una spinta. Non vogliamo sostituire le mete iconiche, ma offrire alternative autentiche, pronte ad accogliere visitatori rispettosi e curiosi».
Il progetto, interamente autofinanziato, prevede dieci appuntamenti in dieci mesi, ciascuno dedicato a una delle province con il minor numero di pernottamenti turistici registrati nel 2023. Nella classifica, Avellino si colloca all’ottavo posto, preceduta solo da Asti e Vercelli, e seguita dalle province di Biella, Caltanissetta, Lodi, Rieti, Enna, Isernia e, in vetta, la provincia che i due stanno esplorando proprio in questi giorni.
Perché l’Irpinia è così poco visitata?
Nonostante la sua posizione strategica – a poca distanza da Napoli e dalla Costiera Amalfitana – Avellino e la sua provincia restano ai margini dei grandi flussi turistici. Le ragioni sono diverse: la carenza di una vera strategia di promozione, l’ombra lunga delle mete più celebri, infrastrutture ancora carenti e strade segnate dalle ferite del terremoto degli anni ’80.
Eppure proprio quelle montagne, quei borghi arroccati, quei sapori forti e autentici rappresentano una risorsa preziosa per un turismo sostenibile, capace di ridare vita a comunità oggi a rischio spopolamento. L’Irpinia non vuole trasformarsi in un luna park turistico, ma desidera farsi conoscere, con discrezione, per ciò che è: una terra sincera, ancora vera.
Il 14 marzo, i Borghiingordi hanno dedicato la loro ottava tappa a un itinerario di due giorni in Irpinia, pensato per chi ama un turismo lento e curioso, tra borghi colorati, abbazie millenarie, vigneti e panorami che spaziano fino all’infinito.
Giorno 1: tra borghi e abbazie
La giornata inizia a Calitri, la “Positano dell’Irpinia”, con le sue case colorate che scendono a cascata nella valle. Si prosegue verso Cairano, borgo sulla rupe che regala una vista spettacolare.
A pranzo, tappa obbligata a Bagnoli Irpino, celebre per funghi e tartufo.
Il pomeriggio si snoda tra la suggestiva Abbazia del Goleto, le cascate di Montella con il vicino Santuario del Santissimo Salvatore, e si conclude a Castelvetere sul Calore, borgo medievale immerso nel verde.
Giorno 2: santuari, vino e panorami
La seconda giornata parte dal Santuario di Montevergine, raggiungibile in funivia da Mercogliano, per poi scoprire Capocastello e Summonte.
Dopo un pranzo a Taurasi, patria del celebre vino, si prosegue verso il Castello di Gesualdo, dimora del tormentato compositore Carlo Gesualdo, quindi a Frigento, il “balcone dell’Irpinia” con vista su cinque regioni.
Il pomeriggio prosegue tra mistero e storia: la Mefite di Rocca San Felice, lago sulfureo che gli antichi credevano porta dell’inferno; Torella dei Lombardi, paese natale di Sergio Leone; la Piana del Dragone e il Castello Lancellotti, tra i più suggestivi della provincia.
L’Irpinia offre ancora molto se si ha più tempo a disposizione: Avellino città, con le sue chiese e il Corso Vittorio Emanuele; i borghi di Zungoli, Trevico e Montemarano; il Lago di Laceno, ideale per una passeggiata nella natura; la Grotta dello Scalandrone e il Castello Ducale di Bisaccia, fino a Savignano Irpino, porta verso la Puglia.
Una nuova prospettiva sull’Italia nascosta
L’iniziativa dei Borghiingordi è più di una guida turistica: è un invito a cambiare prospettiva. Visitare l’Irpinia significa scegliere la lentezza, ascoltare il silenzio dei borghi, assaggiare vini corposi e piatti che sanno di tradizione, scoprire storie che rischiano di scomparire.
Non si tratta di aggiungere un luogo in più sulla mappa, ma di dare valore a chi in quei luoghi vive e resiste. Divers-Italia non è solo un viaggio: è un atto di fiducia verso territori che attendono il loro riscatto.
E forse è proprio questo il futuro del turismo italiano: meno cartoline e più incontri, meno folla e più autenticità.
Anna Bembo