Tra l’1 e il 2 settembre il cielo potrebbe regalarci uno spettacolo raro: le aurore boreali potrebbero essere visibili persino dall’Italia, soprattutto nelle regioni settentrionali. La causa è una tempesta geomagnetica generata da una recente eruzione solare.
La sera del 30 agosto il Sole ha emesso un brillamento particolarmente intenso, accompagnato da una grande espulsione di plasma e campi magnetici, detta “espulsione di massa coronale”. Questa nube di particelle è diretta verso la Terra e, quando entrerà in contatto con il nostro campo magnetico, potrebbe causare disturbi temporanei ai satelliti, ai sistemi GPS, alle comunicazioni radio e, nei casi più forti, anche alla rete elettrica.
Secondo le previsioni, l’impatto più forte è atteso tra la sera dell’1 e la giornata del 2 settembre. Le tempeste di questo tipo vengono classificate su una scala da G1 (debole) a G5 (estrema): questa dovrebbe raggiungere valori tra G2 e G3, quindi da moderata a forte. Durante questi eventi, le particelle solari “accendono” i cieli delle regioni polari creando le famose aurore boreali, quelle danze luminose verdi, rosse o viola che sembrano tende di luce. Con tali livelli, le aurore polari possono spingersi a latitudini più basse del solito. In passato, fenomeni simili hanno permesso di ammirarle non solo in Nord Europa, ma anche in Italia: lo scorso maggio, ad esempio, sono state fotografate in molte zone del Nord.
Non c’è certezza assoluta sulla possibilità che avvenga anche questa volta: molto dipenderà dalle condizioni del vento solare e dalla limpidezza del cielo. Tuttavia, la combinazione di fattori attesa potrebbe creare le condizioni ideali perché l’aurora faccia capolino anche sopra le Alpi o, se saremo fortunati, più a sud.
Chi vorrà tentare l’osservazione dovrà allontanarsi dalle città, cercando luoghi bui e con poca illuminazione artificiale. I momenti migliori saranno la sera del primo settembre e la notte tra l’1 e il 2. Come ricorda Focus, aggiornamenti in tempo reale si possono trovare sul sito del Noaa (Space Weather Prediction Center), che monitora costantemente l’attività solare. My Aurora Forecast & Alerts, invece, fornisce mappe globali, dati sul vento solare e l’indice Kp: il parametro di riferimento per stimare l’intensità geomagnetica e prevedere quanto l’aurora possa spingersi verso latitudini più basse. L’attività geomagnetica è misurata su una scala da 0 a 9: da condizioni tranquille fino a una tempesta geomagnetica molto intensa.
Non servono telescopi o strumenti particolari: basta alzare lo sguardo e avere un po’ di pazienza.
(La foto è tratta da Aurora Borealis Observatory)