E’ una poesia che si fa esplorazione dell’anima quella di Emilia Cirillo nella raccolta “Arsura”, edita da Terebinto. Il richiamo nel titolo è ai versi di Montale “l’anima verde che cerca vita là dove solo morde l’arsura e la desolazione” a ribadire la ricerca disperata di acqua di chi sente di essere in un deserto senza via d’uscita.
Dopo una vita dedicata alla scrittura in prosa, Emilia si cimenta con una raccolta in versi che racconta la vita con le sue perdite, il suo buio e la sua luce, si fa riflessione sul tempo, desiderio di abbandonarsi ai ricordi o incapacità di guardare al futuro a partire dall’alternarsi delle stagioni, dell’alba e del crepuscolo, che richiamano le differenti età dell’uomo. “Certe sere arrivano improvvise/sorridono alla nostalgia/occupano le sedie intorno alla tavola/divorano i piatti vuoti”. Centrale il tema della mancanza “Se non fosse così rovente l’aria/potrei venire da te/nel giardino chiaro/tu seduto all’ombra (il sole che amavi non ti fa bene)/sei vestito di lino, color avorio specifichi preciso/e hai le gambe accavallate/la testa un po’ inclinata a lato”. Dal confronto con l’altro che è sempre salvifico in questa circonferenza che è la vita mentre il ripiegarsi su di sè uccide, dalla consapevolezza che “La fragilità ha il suo valore/insegna a maneggiare con cura/a vedere schiene solcate da ferite” alla certezza che non sono le radici a salvare ma la partenza, l’incontro con l’altro, il ricominciare ogni volta il viaggio.
La raccolta sarà presentata il 10 settembre, alle 18.30, presso la libreria Mondadori. A confrontarsi con l’autrice in un incontro, moderato da Gianluca Amatucci, la poetessa Antonietta Gnerre e la giornalista Floriana Guerriero.