“Per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti nella provincia di Avellino resta ancora una grave lacuna che minaccia la sostenibilità del sistema: l’assenza di un impianto biodigestore. Questa mancanza, che si trascina da tempo, non solo compromette la gestione adeguata dei rifiuti organici, ma mette in seria difficoltà la qualità dei servizi per i cittadini e la realizzazione di una gestione virtuosa ed efficiente dei rifiuti”.
Sono la Segretaria Generale della Fp Cgil, Licia Morsa, e la Segretaria delegata, Adele Giro, ad intervenire attraverso una nota congiunta.
“Il processo di realizzazione dell’impianto biodigestore si è fermato lasciando la provincia di Avellino priva di una struttura fondamentale per il trattamento dei rifiuti organici e la produzione di biogas. In una provincia come la nostra, che per estensione e caratteristiche geografiche presenta difficoltà specifiche nella gestione dei rifiuti, questa carenza risulta essere un ostacolo decisivo.
La legge e le normative regionali e nazionali sono chiare: la gestione dei rifiuti deve rispettare un ciclo integrato che prevede, tra le altre cose, impianti per il trattamento dell’umido e la produzione di energia rinnovabile. La Regione Campania ha previsto da anni la costruzione di impianti di biodigestione anaerobica, eppure nella provincia di Avellino non si è ancora proceduto alla realizzazione di un impianto in grado di trattare i rifiuti organici in modo ecologico ed efficace.
Non possiamo più aspettare: è urgente che la politica avvii quanto prima la progettazione e la costruzione di un impianto biodigestore nella nostra provincia. I ritardi accumulati sono inaccettabili, e i cittadini irpini sono costretti a subire le conseguenze di mancate scelte politiche. La normativa, in particolare il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, prevede specifiche scadenze per l’attuazione del ciclo integrato dei rifiuti, ma la realtà è che, a distanza di anni, siamo ancora lontani dal raggiungimento degli standard minimi previsti dalla legge.
La creazione di un impianto biodigestore è un passo fondamentale per garantire la gestione dei rifiuti in modo eco-sostenibile, rispettoso dell’ambiente e delle normative europee. Il rischio di rimanere indietro in questo settore, non solo danneggia l’ambiente, ma compromette anche la salute dei cittadini e la qualità della vita, senza dimenticare l’impatto economico per le casse pubbliche.
Purtroppo, la politica locale non ha saputo rispondere in modo adeguato a questa esigenza fondamentale per il benessere della comunità. Le forze politiche, pur dichiarando l’importanza della tutela ambientale e della gestione sostenibile dei rifiuti, non hanno trovato il coraggio di fare scelte chiare, impegnative e tempestive. Troppo spesso le promesse sono rimaste lettera morta e il nostro territorio è stato lasciato indietro rispetto ad altre realtà più attente e responsabili.
In assenza di un impianto biodigestore e con la gestione dei rifiuti che continua a essere frammentata e incompleta, non possiamo che chiederci: dove è finita la politica? Perché non si sono fatti passi concreti verso l’individuazione di soluzioni reali per il ciclo integrato dei rifiuti? Quali sono i motivi di questa paralisi decisionale?
La nostra Federazione, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, esprime indignazione per il fallimento delle istituzioni nel rispondere a una necessità così urgente per il nostro territorio. Siamo pronti a lottare affinché si arrivi finalmente a una soluzione, anche attraverso mobilitazioni, incontri e confronti, per sollecitare la politica a mettere in atto le azioni necessarie.
E’ fondamentale una programmazione territoriale che coinvolga tutti i Comuni della provincia, evitando frammentazioni e inefficienze, per un ciclo integrato dei rifiuti che funzioni davvero.
L’impianto biodigestore è non solo una necessità ma una sfida che non possiamo più rimandare. La politica ha il dovere di mettere al centro l’ambiente e i cittadini, lavorando per garantire a tutti il diritto a vivere in un territorio più sano e sostenibile”.