Del resto sarebbe tutto troppo semplice. Meglio sparigliare le carte e continuare a tenere sulla graticola l’intero campolargo campano: De Luca liquida con un “buonanotte” la presentazione ufficiale di Roberto Fico come candidato presidente del centrosinistra alle elezioni regionali della Campania di novembre prossimo. L’incoronazione di Fico si è svolta ieri pomeriggio a Napoli, con un abbraccio caloroso sul palco con il leader nazionale del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, ma a quanto pare De Luca non è per nulla convinto: forse pensa che non ci sia fretta, anche perché sul fronte avversario il centrodestra ancora non ha espresso un candidato unitario. C’è quindi tutto il tempo per proseguire quel tira e molla che tanto sembra divertirlo. “Fico ci ha illuminato di immenso con alcune dichiarazioni per metà maleducate nei confronti della Regione Campania e per l’altra meà ricche di banalità” ha sbraitato ‘lo sceriffo’ dagli schermi nazionali della trasmissione ‘L’aria che tira’ di La7.
De Luca ha contestato i vertici romani di Pd e M5S, rei di aver chiuso la trattativa senza avere prima stilato un programma da presentare agli elettori. Ha sottolineato come anche lo stesso Conte aveva promesso di presentare prima un programma e di indicare solo dopo il nome del candidato presidente, “Invece poi si è fatto il contrario. Non va bene”. Poi De Luca ha aggiunto: “Se il buongiorno si vede dal mattino, allora buonanotte”. Un’intemerata che si è poi estesa allo stesso nome con il quale viene chiamata la coalizione del centrosinistra: “La parola Campolargo la considero una blasfemia. Io parlo di alleanza politiche e del fatto che ci sono vuoti programmatici per i quali vanno integrati i programmi del centrosinistra”.
Nulla di strano, quindi, se anche quest’anno, il presidente De Luca non sia stato invitato alla Festa dell’Unità: “Da sempre i dirigenti nazionali del Pd mi gratificano di questa ‘attenzione’. Invitare il presidente di Regione più votato d’Italia del Pd? Mai, per l’amor di Dio. Anche questa volta hanno mantenuto la linea coerente della cafoneria, li ringrazio”.
Una cafoneria, per De Luca, anche la querelle nata attorno al figlio Piero, candidato unico alla prossima segreteria regionale del Pd campano: “Il cognome De Luca è pesante per i cafoni, ma per le persone civili no… Mio figlio non dovrebbe fare mai politica perché non arriva mai il momento in cui viene valutato per quello che è. Questa si chiama barbarie, cafoneria, volgarità. E’ un modo ipocrita per non pronunciarsi mai sul merito delle persone. Solo in Italia succede questo”.