Un laboratorio di scrittura creativa promosso dall’Associazione di promozione sociale Marea intitolato alla memoria di Amleto De Silva. E’ la Scuola Elementare Amleto De Silva, un progetto che sceglie di rendere omaggio allo scrittore e vignettista. Sarà presentato abato 13 settembre alle ore 11.30, nei locali di via Davide Galdi 10. Il corso, in memoria dello scrittore prematuramente scomparso lo scorso dicembre, sarà introdotto e illustrato da Marco Ciriello, scrittore e giornalista, Paolo Battista, referente dell’associazione Marea e Carolina De Silva, figlia dello scrittore.
Le lezioni, che si terranno ogni sabato mattina sempre nei locali di Marea, inizieranno il 4 ottobre 2025 e saranno condotte da un corpo docenti stabile, composto da Marco Ciriello (letteratura), Elio Di Pace (critica cinematografica), Angelo Pastore (sceneggiatura) e Bianca Fenizia (narrazione e fiaba).
Scrittore e vignettista, vincitore insieme a Sara Migneco nel 2000 del premio Satira Politica di Forte dei Marmi, Amleto DE Silva segna il suo esordio con le vignette per Cuore e poi Smemoranda, successivamente si fa conoscere e apprezzare per i suoi libri, tra gli ultimi: Stronzology. Gnoseologia della dipendenza dagli stronzi, I 10 nuovi peggio. Sociologia della scemità, L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè, Il pugilatore. Viaggio intorno a Sonny Liston, Bocca mia mangia confetti e Una banda di scemi. Inoltre, è stato autore teatrale per Enrico Montesano e ha curato, insieme alle rubriche per TvZap e Ilmiolibro.it, il blog amlo.it.
Presso la sede di Marea, negli ultimi anni, ha tenuto varie edizioni del corso di scrittura creativa, motivo per cui si è reso necessario l’impegno del corpo docenti e dell’associazione per non far cessare il progetto in via Davide Galdi. La Scuola Elementare “Amleto De Silva” sarà uno spazio di confronto, nel rispetto di tutti, senza distinzioni di età e studi precedenti, con particolare attenzione a non transigere sul conformismo. Perché l’autenticità del punto di vista e la conservazione della propria voce sono sempre stati gli obiettivi finali di Amleto De Silva, prima da artista e poi da insegnante. Sarà un percorso collettivo trasversale: ascolto, confronto e pratica personale. E non potendo garantire né volere una classe di King o di Bianciardi, si ribadisce la priorità assoluta dello scrittore che ha creato e ispirato tutto questo: dare vita a una classe di persone.
E’ Marco Ciriello a spiegare come :Ho sempre pensato che Amleto De Silva non facesse corsi di scrittura creativa ma di riscrittura della vita, insegnando a non essere banali, a ridere di tutto, a salvarsi dalla banalità e dalla merda che comincia con gli aggettivi sbagliati: «Ma’ se uno scrittore sbaglia un aggettivo come può ingarrare un romanzo?». Ecco, in sintesi il trucco amletesco: dall’aggettivo alla nazione. E poi c’era il suo guardare dietro, per dire ad Amleto dei Beatles – che per noi sono una unità di misura delle persone prima che un gruppo – piaceva Ringo Starr, a me più banalmente Paul McCartney, poi convergevamo sui dischi. Amleto era capace di uscirsene con affermazioni sulle quali poi discutevamo per giorni, tipo: «Ma’ agge pensato che Agamennone era un miserabile», e per giustificare questa affermazione si passava dal Vietnam al New Jersey con Werner Herzog colpito da un proiettile. Perché la cultura di Amleto era sempre, sempre, un viaggio inatteso e soprattutto pieno di risate. Non credo ci sia una foto dove siamo insieme e non ridiamo. Per continuare a ridere invece di piangere ho accettato di far parte della scuola di scrittura, ho accettato di fare i corsi (non sarò il solo, ce ne sono diversi, ma parlo per me) perché sarà un modo di condividere quel metodo che ogni giorno mi investiva al telefono con duemila idee, trecentomila connessioni e diverse ore di ironia. Non ho mai capito che cosa gli piacesse di me, e per questo ho scelto di andare contro me stesso e fare questo giro di corsi, per costringermi a capire come posso farcelo stare in Cortázar, che a me piaceva e a lui no, per me era fondamentale e per lui no. Sabato 13 settembre da Marea a Salerno, il posto dove faceva lezione, presentiamo questo progetto che spero abbia una vita bella come è stata quella di Amleto, una vita libera, sempre, sempre, e piena di invettive allegre, di critiche precise e senza perdere la tenerezza, in continua ricerca dello stupore. Insomma, qualcosa per continuare a capire perché Agamennone era un miserabile”