Il nodo delle tariffe idriche torna ad accendere il dibattito politico in Irpinia e nel Sannio. Dopo settimane di tensioni e colpi di scena, il consigliere regionale di Forza Italia Livio Petitto ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio, puntando il dito contro la gestione del servizio idrico e chiedendo alla Giunta chiarimenti immediati.
«È inaccettabile – denuncia Petitto – che i cittadini diventino l’anello debole di una catena politica segnata da gestioni fallimentari, ritardi infrastrutturali e debiti accumulati negli anni. La Regione deve assumersi fino in fondo le proprie responsabilità».
La vicenda è esplosa con l’approvazione degli aumenti tariffari da parte del Distretto Idrico Irpino, seguita dal successivo congelamento deciso dall’Ente Idrico Campano. A complicare ulteriormente lo scenario, le dimissioni dell’amministratore unico di Alto Calore, Antonello Lenzi, che ha lasciato l’incarico denunciando divergenze insanabili sulla gestione. Un quadro che, secondo Petitto, «ha assunto i tratti di un’instabilità cronica».
Il consigliere richiama le competenze dirette della Regione Campania: dall’indirizzo e vigilanza esercitato tramite l’Ente Idrico Campano, alla programmazione e destinazione di fondi europei, nazionali e regionali per la manutenzione delle reti e la riduzione delle perdite. Compiti, a suo avviso, finora assolti in maniera insufficiente.
Non manca un riferimento alla perequazione dei costi: mentre per i subdistributori regionali che non svolgono captazione e adduzione il prezzo di approvvigionamento dell’acqua all’ingrosso è di 0,21 euro al metro cubo, per Alto Calore – che gestisce anche quelle funzioni – la cifra schizza a 0,59 euro al metro cubo. Un divario che, secondo Petitto, penalizza ulteriormente i cittadini irpini e sanniti.
«Non si può continuare a navigare a vista – incalza –. Serve un piano chiaro, trasparente e condiviso, che garantisca il diritto all’acqua come bene pubblico, la sostenibilità sociale delle tariffe e la credibilità di un servizio essenziale. Non basta annunciare fondi se poi i costi della mala gestione vengono scaricati sulle famiglie».
Da qui la richiesta alla Giunta: pianificare interventi strutturali utilizzando fondi europei, nazionali e regionali – dal Pnrr al Por Fesr – e introdurre misure concrete per contenere l’impatto degli aumenti tariffari.
Petitto non risparmia critiche neppure ai colleghi di maggioranza, bollando come “tardivi” e “insufficienti” gli annunci di nuovi stanziamenti, pari a 49 milioni di euro, destinati al comparto. «È una questione che riguarda la dignità e i diritti delle nostre comunità» conclude, chiedendo alla Regione di abbandonare le logiche emergenziali e di assumere finalmente un ruolo attivo nel rilancio della società.