Ci sono momenti in cui il passato diventa risorsa strategica per il futuro e l’incontro dedicato a “L’oro blu della Campania” al Circolo della Stampa di Avellino, ieri mattina dall’ Associazione Insieme per Avellino e per l’Irpinia e dal Gruppo Archeologico Irpino, appartiene a questa categoria. Non un semplice omaggio all’ingegno romano né un convegno di archeologia, ma l’avvio di una riflessione che tocca da vicino il presente e il destino delle nostre comunità: il rapporto tra l’Irpinia e Bacoli, tra le sorgenti di Serino e il mare dei Campi Flegrei, nel segno di una grande infrastruttura idrica, l’Acquedotto Augusteo.
A raccogliere e rilanciare questa sfida è stato il sindaco di Bacoli, Gerardo Josi Della Ragione, figura che ha dimostrato di saper coniugare passione civile, visione politica e capacità amministrativa. Le sue parole sono state chiare: la candidatura di Bacoli a Capitale Italiana della Cultura non può esaurirsi in una rassegna celebrativa, ma deve diventare un progetto di sviluppo. Non vince la città più bella, ha ricordato, ma quella che riesce a costruire una rete, a generare crescita, a mettere in moto processi duraturi.
In questo senso, la scelta di rilanciare la Piscina Mirabilis e gli straordinari siti archeologici flegrei non è un fatto isolato, ma parte di una strategia più ampia: superare i confini comunali, intrecciare il destino di Bacoli con quello di Serino e dell’Irpinia, unire coste e aree interne attraverso una “rete amministrativa”, capace di incidere anche sulla programmazione di finanziamenti europei, statali e regionali.
È un cambio di paradigma che merita attenzione. Da decenni, il dibattito sul Mezzogiorno si arena tra localismi, gelosie di campanile, divisioni tra province e città. Della Ragione propone invece un modello che guarda oltre: costruire un Sud che non si pensa più a compartimenti stagni, ma come sistema territoriale integrato. È un’idea politica prima ancora che culturale, che ha bisogno di coraggio, ma che può segnare un punto di svolta.
Bacoli è, per sua natura, un museo a cielo aperto. Ma troppo spesso, negli anni, la bellezza è stata paralizzata dalle paure: il bradisismo, le emergenze ambientali, la fragilità urbanistica. Oggi, la scelta è di trasformare quei limiti in opportunità, aprendo i siti al turismo culturale, valorizzando il patrimonio, creando economia reale. Il sindaco non si limita a custodire il passato: lo mette a lavoro per il futuro.
In questo quadro, l’Irpinia non è semplice comprimaria. È parte integrante della visione. Perché le sorgenti di Serino non sono soltanto l’inizio di un acquedotto romano, ma il simbolo di una ricchezza, che ancora oggi alimenta milioni di persone. L’acqua diventa metafora di un destino condiviso: un bene che unisce territori diversi e li obbliga a pensarsi insieme.
Il convegno di Avellino, con i contributi di studiosi e associazioni, ha confermato quanto questo intreccio possa diventare laboratorio di politica culturale e amministrativa. Il dott. Pasquale Luca Nacca Presidente di Insieme per Avellino e per l’ Irpinia ha richiamato la figura di Luigi Mainolfi, intellettuale che ha saputo interpretare la memoria e la contemporaneità; l’ ingegnere Gerardo Troncone Presidente del Gruppo Archeologico Irpino e il dott. Luigi Sorrentino Coordinatore Gruppi Archeologici della Campania e Vicepresidente Nazionale Gruppi Archeologici d’Italia, hanno ricordato la grande lezione degli acquedotti romani e delle tecniche, che ancora oggi ispirano le infrastrutture moderne. Tutto questo non è stato un esercizio erudito, ma fondamento per costruire una nuova stagione di sviluppo.
È in questa capacità di visione che si misura la statura politica di un’amministrazione. Della Ragione non ha parlato soltanto per Bacoli: ha parlato a nome di un territorio, che sceglie di non chiudersi nei propri confini. La sua è una leadership che guarda al futuro con la consapevolezza che senza rete non c’è crescita, senza sinergia non c’è sviluppo.
L’Irpinia e i Campi Flegrei, insieme, possono proporre un modello di rilancio fondato su tre pilastri: cultura, turismo e memoria. Ma perché ciò accada serve continuità politica, serve capacità di progettazione, serve quella visione che il sindaco di Bacoli ha portato con forza al centro del dibattito.
Il titolo di Capitale Italiana della Cultura è un obiettivo prestigioso. Ma, in fondo, non è il punto di arrivo. È un passaggio. Il vero traguardo è costruire un nuovo umanesimo territoriale in cui l’acqua – da Serino a Bacoli – non sia solo risorsa, ma linguaggio comune, occasione di sviluppo e simbolo di un Sud, che finalmente si riconosce unito e protagonista.
Rosa Bianco